Scandalo Nes, indagato l'ex questore Carmine Damiano: «Corruzione»

Scandalo Nes, indagato l'ex questore Carmine Damiano: «Corruzione»
TREVISO - Non c'è pace per la Mantovani: l'ex questore e capo della Mobile Carmine Damiano, presidente del consiglio d'amministrazione nominato poco più di un anno...

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TREVISO - Non c'è pace per la Mantovani: l'ex questore e capo della Mobile Carmine Damiano, presidente del consiglio d'amministrazione nominato poco più di un anno fa, è accusato di corruzione dal pm Massimo De Bortoli al termine di un'indagine della Guardia di Finanza trevigiana. Un vero e proprio terremoto. E dire che Damiano era stato scelto dal cda come presidente di "garanzia" proprio per sostituire quel Piergiorgio Baita travolto dall'inchiesta sulle tangenti. In questo caso però la Mantovani non c'entra niente, assiste solo all'ennesima bufera che si abbatte su un suo dirigente.




L'indagine è legata proprio al periodo trevigiano di Damiano, quando nel novembre 2011 firmò un contratto come consulente della Nes, società poi finita nell'occhio del ciclone per via della condotta dal suo patron Luigi Compiano, accusato di aver dilapidato un centinaio di milioni di euro sottraendoli alla sua stessa azienda e ai clienti che depositavano i soldi nelle sue camere di sicurezza.



Secondo gli investigatori della Finanza, Damiano, quando era ancora questore di Treviso e a poco più di un mese dalla pensione, avrebbe firmato un accordo con la Nes garantendosi una nuova attività una volta dismessi i panni di poliziotto. Particolare non secondario: qualche mese prima proprio la questura trevigiana aveva pestato duro proprio sulla Nes aprendo un'inchiesta sulla sicurezza dei suoi furgoni portavalori. Anche quella fu un'indagine che fece molto scalpore e che Damiano volle condurre senza fare troppi sconti. Ma fece altrettanto scalpore la notizia che, una volta andato in pensione, l'ex questore avesse accettato un incarico di consulente per la stessa Nes.



La Finanza ha quindi voluto approfondire. A quanto filtra la società di Compiano avrebbe proposto a Damiano un compenso di circa 60mila euro comprendente anche l'uso di un'Audi A8 e l'affitto da 1500 euro al mese di un appartamento nel centro storico trevigiano. In più ci sarebbe stato l'impegno a versare una donazione all'Onlus «Hope x change» legata a una persona molto vicina all'ex questore. Ma il dettaglio che più ha insospettito gli investigatori è saltato fuori da una perquisizione negli uffici della Nes: un documento firmato da Damiano, in qualità di questore, in cui si garantisce che la società sarebbe stata in grado di offrire i massimi standard di sicurezza. La Nes avrebbe allegato questo documento ai contratti proposti ai clienti in modo da rafforzare la propria immagine. Un simile attestato non sarebbe stato prodotto da nessun ufficio della questura trevigiana, ma redatto e firmato da Damiano stesso. Alla fine l'ipotesi su cui lavora la Finanza è che l'ex questore abbia aperto l'indagine contro la Nes quasi per "costringerla" ad assumerlo una volta lasciata la polizia.



Damiano però si difende: «Sono sereno e tranquillo - dice - ho combattuto in prima linea per oltre 38 anni, giorno e notte, terrorismo e criminalità comune e organizzata senza risparmiare energie. Chi mi conosce sa perfettamente che ho fatto della legalità la mia missione. Trovo molto strano che si parli oggi, a distanza di oltre un anno, di un rapporto con la Nes nato alla luce del sole e interrotto oltre un anno fa. Conosco personalmente sia il magistrato De Bortoli che gli investigatori, nei cui confronti ho la massima fiducia e che, al termine di tutte le verifiche necessarie, sapranno valutare la mia assoluta estraneità a fatti censurabili». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino