L'avvocato transessuale e Giovanardi d'accordo: «No alle adozioni gay»

Carlo Giovanardi e Alessandra Gracis all'Edera
TREVISO - "La strana coppia", si sono definiti così, l'avvocato transessuale Alessandra Gracis e il senatore conservatore Carlo Giovanardi, che lunedì sera erano uno...

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TREVISO - "La strana coppia", si sono definiti così, l'avvocato transessuale Alessandra Gracis e il senatore conservatore Carlo Giovanardi, che lunedì sera erano uno accanto all'altra sul palco del cinema Edera di Treviso per la proiezione di "Lei è mio marito", docufilm sulla storia dell'avvocato di Annamaria Gallone e Gloria Aura Bortolini. «Sono qui perché non accetto le scomuniche preventive - ha dichiarato Giovanardi riferendosi all'Lgbte - L'Alessandra Gracis su alcune cose la pensa come me: siamo d'accordo sul fatto che debba essere creata in Italia una struttura adeguata per questo tipo di operazioni e che vadano tutelate le unioni civili e il regime matrimoniale in essere prima dell'operazione per cambiare sesso. Ma siamo contrari all'adozione dei bambini al di fuori del regime matrimoniale».




Gracis ha prima raccontato del loro incontro, avvenuto dopo una lettera di critica alle posizioni espresse dal senatore in una trasmissione televisiva, e poi ha ribadito che collaboreranno per la stesura di una proposta di legge e per incontrare il ministro della Salute Beatrice Lorenzin. «Il primo obiettivo da raggiungere è la creazione di un polo chirurgico italiano specializzato in questo tipo di operazioni». Il secondo punto dell'impegno comune con Carlo Giovanardi è quello di tutelare le unioni civili: «Non penso solo a transessuali e omossessuali, penso anche a due fratelli che decidono di vivere insieme, a tre amici che convivono, a qualsiasi forma di coabitazione che abbia le caratteristiche della stabilità e della durata e che oggi è priva di qualsiasi tutela». E non glissa su quello che lo divide dal movimento Lgbte: «Non sono in assoluto contrario alle adozioni per le coppie gay, ma il nostro paese non è ancora pronto. Dobbiamo prima creare degli anticorpi nella società, non dobbiamo scambiare il nostro desiderio di genitorialità con la felicità del bambino». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino