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Si prospettano tempi assai duri per gli orsi del Trentino. Anzi, durissimi. Sì perché, stando alle ultime dichiarazioni del presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, la cattura e successiva detenzione nella struttura del Casteller potrebbe presto essere sostituita da ben altro. In merito alla questione dei cosiddetti "orsi problematici", Fugatti ha infatti ribadito: "Non è prevista la collocazione di altri esemplari di orso al Casteller". E poi, gli esemplari che "mettono a rischio la sicurezza pubblica saranno rimossi mediante abbattimento". Parole che hanno fatto infuriare animalisti e associazioni come Enpa che, con la presidente nazionale Carla Rocchi, ha tuonato: "Vogliono risolvere la questione con i fucili? Non staremo certo a guardare". Così, senza mezzi termini, da domani il destino dei plantigradi che, semplicemente, si comporteranno da orsi, potrebbe essere segnato. E poco importa se rappresentano i discendenti di quelli già sterminati un tempo e che vivevano quei territori ben prima di qualsiasi città, giunta o provincia che sia. "Che crepino". E poi, basta con quel chiamarli con nomi da film (Papillon) o con quelle sigle strane che sembrano targhe automobilistiche sovietiche di prima della guerra. Il bosco è di tutti. Tranne che di orsi, lupi, volpi, cinghiali, cervi e leocorni.
Il Gazzettino