Trenta rifugiati saranno ospitati in due strutture d'accoglienza

don Luca Favarin mostra il disastro da cui fuggono i profughi
PADOVA - Sono due le nuove strutture di accoglienza che la cooperativa "Percorso Vita" di don Luca Favarin aprirà nei prossimi giorni in altrettanti...

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PADOVA - Sono due le nuove strutture di accoglienza che la cooperativa "Percorso Vita" di don Luca Favarin aprirà nei prossimi giorni in altrettanti quartieri cittadini. «In ogni alloggio saranno ospitati 15 profughi con il sistema della micro accoglienza che permette di seguire le persone in modo molto diverso da un hub - spiega il sacerdote -. I piccoli gruppi sono seguiti sotto tutti gli aspetti: dall'insegnamento della lingua italiana, all'accompagnamento al lavoro, con l’obiettivo dell’integrazione».


Gli hub servono, dice ancora don Luca, ma solo come prima accoglienza per poi sistemare i richiedenti asilo in altre realtà. «Una provincia come Padova ha bisogno di due hub, ma il grosso errore è stato quello di smantellare la Prandina. Bagnoli e Giarre ad Abano Terme sono "figli" di questa chiusura insensata - aggiunge - Trasferire i richiedenti asilo nell’ex base missilistica della Bassa è stato un errore: il paese è piccolo e non ha nemmeno le strutture adatte. È devastante per tutti sistemare gli hub in luoghi isolati. L'accoglienza va fatta in un contesto cittadino in grado di offrire i servizi, ad esempio sanitari o di tutela dei minori, che solo il capoluogo può dare, non certo piccoli centri. Abano è già abbastanza vicino alla città, ma l'ex base di Bagnoli è decisamente troppo isolata». La presenza dei richiedenti asilo nella provincia di Padova è intanto salita a circa 2200 immigrati.

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Il Gazzettino