Treviso. Fu molestata e minacciata in treno con un coltello al fianco: 18enne riconosce il suo aggressore tre anni dopo

La giovane studentessa riuscì a salvarsi dal possibile stupro: alla sbarra un 50enne

Treviso. Fu molestata e minacciata in treno con un coltello al fianco: 18enne riconosce il suo aggressore tre anni dopo
TREVISO - È stata la sua pronta reazione, scatenata dal terrore di poter essere violentata, a salvare da un possibile stupro una studentessa di 18 anni, aggredita in treno...

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TREVISO - È stata la sua pronta reazione, scatenata dal terrore di poter essere violentata, a salvare da un possibile stupro una studentessa di 18 anni, aggredita in treno mentre andava a scuola da un uomo che aveva più del doppio della sua età e che, dopo averla toccata, l’aveva minacciata con un coltello che le aveva puntato a un fianco. Non solo: messa di fronte a delle foto segnaletiche, camuffate perché l’aggressore indossava un cappello e una mascherina, non ha avuto alcun dubbio. «Sì, è stato lui» ha detto la giovane ai carabinieri in sede di denuncia. Ieri mattina, a tre anni dai fatti, il responsabile è finito davanti al gup del tribunale di Treviso. Difeso dall’avvocato Diego Melioli, ha scelto di essere giudicato con rito abbreviato, ottenendo così lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna. La sentenza è prevista per il prossimo 20 giugno. 

LA VICENDA

Era il 10 febbraio 2021 quando la studentessa, come ogni giorno, è salita sul treno che collega Portogruaro a Treviso per andare a scuola, un istituto superiore del centro. Era quasi giunta a destinazione quando a San Biagio di Callalta è salito quell’uomo che, approfittando della carrozza praticamente vuota, ha notato la ragazza e si è avvicinato. Lei non gli ha dato alcuna confidenza e lui, per tutta risposta, le si è buttato addosso toccandole il seno. La reazione della giovane è stata immediata: si è scansata e ha cominciato a spingere il suo aggressore il quale, però, ha tirato fuori un coltello e gliel’ha puntato a un fianco. Terrorizzata tanto da non riuscire nemmeno a gridare, la 18enne è rimasta immobile per un paio di secondi, giusto il tempo per permettere all’uomo di allungare ancora le mani. Poi però, mossa dall’istinto di sottrarsi a un possibile stupro, ha trovato la forza e il coraggio di divincolarsi, dandosi alla fuga verso un altro vagone quando ormai il treno stava rallentando per fermarsi alla stazione di Treviso. Quando si sono aperte le porte l’incubo è finito: la 18enne è scesa dal convoglio e l’uomo, rimasto a bordo, ha proseguito il suo viaggio. Frastornata e impaurita, la ragazza è andata a scuola. E quando si è sentita in un posto sicuro, si è confidata prima con una compagna di classe e poi con la professoressa della prima ora di lezione.

LE INDAGINI

Sono state la prof e l’amica ad accompagnare la 18enne in pronto soccorso per le cure del caso. Il referto medico parla di «escoriazioni multiple da riferita aggressione» giudicate guaribili in 7 giorni di prognosi. In ospedale, vista la situazione, è stata fatta intervenire anche una pattuglia dei carabinieri per raccogliere la denuncia della studentessa che, davanti ai militari, ha descritto l’episodio nei minimi particolari e fornito una parziale descrizione dell’individuo che aveva abusato di lei. Da quel momento sono scattate le indagini, coinvolgendo anche il personale di Trenitalia per avere più elementi possibili per riuscire a rintracciare il responsabile. Parallelamente sono iniziati anche i controlli sui pregiudicati per reati simili, ed è emerso che nel 2006 un uomo di San Biagio aveva già avuto guai con la giustizia per una vicenda simile, legata a delle molestie a una ragazza. Vicenda che era sfociata in un decreto penale di condanna che, grazie all’amnistia, era caduto nel nulla. Le foto segnaletiche, però erano rimaste. La 18enne, messa di fronte a una serie di scatti, ha indicato una persona: «Ma non sono sicura, era travisato». Così la foto è stata camuffata, e allora la studentessa non ha avuto esitazioni, riconoscendo lo sguardo di colui che aveva cercato di violentarla in treno.

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Il Gazzettino