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In treno da Sacile fino a Gemona, quindi con la possibilità di cambiare nel paese simbolo del terremoto e dirigersi verso l’Austria. Più veloci (fino a 200 all’ora) sulla linea Venezia-Trieste, con nel mezzo la stazione dell’aeroporto di Ronchi. Su treni elettrici da Casarsa a Portogruaro. Più sicuri grazie alle nuove tecnologie da Udine a Ronchi Nord, quindi sulla linea che attraversa Gorizia. E ancora la famosa “lunetta” - sempre a Gorizia - e il potenziamento del nodo di Udine, con l’addio al binario singolo e all’ingorgo tra merci e passeggeri. E la Udine-Venezia che passa da Pordenone? Quella no. Quella rimarrà la stessa linea - lenta e difettosa - almeno fino alla fine del decennio. È il panorama che si evince dal calendario dei lavori di Rete ferroviaria italiana per quanto riguarda il Friuli Venezia Giulia.
Viaggiare in treno nel 2030: cosa cambierà
Come viaggeremo in treno in regione da qui al 2030? Saremo più connessi, più veloci e più sostenibili dal punto di vista ambientale. Ma da Udine a Pordenone viaggeremo ancora alla stessa velocità che si raggiungeva nel Dopoguerra. Nessun lavoro previsto almeno fino alla fine del decennio. In provincia di Pordenone, infatti, le principali opere messe in campo da Rete ferroviaria italiana si concentreranno su due linee secondarie: la Sacile-Maniago-Gemona e la Casarsa-Portogruaro.
Lavori tra il Friuli Centrale e il Goriziano
Di ben altro livello i lavori che in provincia di Udine (con uno sforamento nel Goriziano) porteranno la linea “bassa” ad accogliere treni in grado di toccare i 200 chilometri l’ora. Il potenziamento della linea, infatti, consentirà velocità di 50 chilometri l’ora superiori rispetto a quelle che si toccano e si toccheranno tra Udine e Pordenone. Una differenza che quella volta diventerà ancora più stridente, dal momento che la linea “alta” unisce diverse zone produttive della regione. Sempre tra Friuli Centrale e Goriziano, poi, è in programma il miglioramento tecnologico della linea che da Udine raggiunge - passando da Gorizia - il nodo di Ronchi dei Legionari Nord. Senza dimenticare il famoso nodo di Udine. Il piano prevede la realizzazione del nuovo apparato centrale di Udine che include Udine Parco e modifiche di Piano Regolatore Generale parziali; l’attivazione del nuovo posto di movimento di Cargnacco e adeguamento a modulo 750 metri finalizzato al traffico merci; il completamento delle modifiche del piano del ferro della stazione di Udine con velocizzazione degli itinerari, rettifica dei binari e realizzazione dei corretti tracciati; il raddoppio della linea di Cintura tra posto di movimento Vat, ex Bivio Cividale e nuovo posto di movimento Cargnacco e l’attivazione della bretella tra la linea per Gorizia e la linea per Cervignano. Infine la realizzazione della nuova stazione a Cargnacco permetterà di eliminare le interferenze fra il traffico viaggiatori e il traffico merci.
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Il Gazzettino