TREBASELEGHE (PADOVA) - «Mio fratello era un cuoco famoso, lavorava in un ristorante a 4 stelle in Germania, poi si è rovinato. Negli ultimi anni ha fatto una brutta...
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Incendio a Trebaseleghe. Partono le fiamme e il fumo satura la stanza: Giorgio muore aintrappolato Foto
TREBASELEGHE - Uomo morto in un incendio all'alba di martedì 4 febbraio a Trebaseleghe, nel Padovano.
Il rogo si è scatenato in una stanza al piano terra di una casa di via delle Lunghe. Nell'abitazione risiedevano altre tre persone, fortunatamente illese: i tre, sentendo odore di fumo al piano superiore, si sono precipitati fuori casa e hanno dato l'allarme.
IL PROPRIETARIO
Anche Mason è sotto choc. Mentre i soccorritori del Suem cercavano di rianimare l'amico Giorgio, lui guardava impotente la scena, seduto su una sedia che erano riusciti a recuperargli i vigili del fuoco. Fissava sconvolto i paramedici e poi i pompieri che entravano e uscivano dall'abitazione, aprendo le porte e le finestre per cercare di far uscire il fumo. Bianco come un cencio, ha deciso di non farsi visitare: «Non ho respirato fumo. Volevo salvare Giorgio» ha continuato a ripetere ai carabinieri e ai pompieri che volevano convincerlo a farsi dare un occhio dal personale del 118.
Niente da fare. Quando è arrivato il sindaco Antonella Zoggia, il comune ha avvertito suo figlio Giuliano di quanto avvenuto nella casa del padre: il corto circuito, le fiamme, il fumo e la morte del coinquilino. Giuliano, che ha un capannone proprio dietro l'abitazione di papà Mario, è corso in via delle Lunghe e ha portato a casa sua il padre. «È sconvolto - racconta il figlio - ha sentito il fumo ed è corso giù ma per Giorgio non c'era nulla da fare. Hanno provato a rianimarlo, ma era già morto. Qua - spiega allungando l'indice per mostrare l'abitazione dipinta di giallo - ci stavano in quattro, si aiutavano a vicenda. Si facevano compagnia tra persone sfortunate o con poche possibilità».
LA VICINA
La vicina di casa Adriana Tonin spiega affranta di aver visto Giorgio il giorno prima della tragedia: «Era ammalato da tanto tempo. E con questo vizio di portarsi in casa di tutto. Non aveva molti soldi con quella pensione minima che prendeva, così era venuto ad abitare a casa di mio cognato (Mario Mason, ndr) perché così si aiutavano vicendevolmente nella vecchiaia. Gli avevo suggerito io di prendersi quella stufetta che si dice che abbia causato il corto circuito. Aveva freddo di notte e lui se la metteva sotto al letto così stava più caldo. Ogni tanto passava qui il fratello Luciano a portagli le sportine della Caritas. Per il resto sapevo che la famiglia non aveva più rapporti con lui. Sono stata io tempo fa che gli ho detto che era diventato nonno. Mi ha fatto un sorriso che poi si è spento subito dopo perché ormai coi figli non ci parla e quel nipotino non l'avrebbe visto. Sono molto dispiaciuta per lui».
Antonella Tonin sta proprio nella casa a fianco: «Ho sentito il trambusto stanotte, ma non volevo guardare. Avevo capito che era capitata qualche tragedia ed ero anche spaventata. Mi dispiace davvero tanto. Giorgio ha avuto una vita molto sfortunata e una morte terribile. Io spero solo che non si sia nemmeno accorto di quel che stava succedendo. Che si sia addormentato e non si sia più svegliato».
M.Lucc. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino