San Martino di Lupari. Bambino investito e ucciso dallo scuolabus, in tre a processo per omicidio colposo stradale

Martin Fior, 8 anni, è caduto dalla bicicletta ed è stato preso in pieno dal bus della scuola

Martin Fior
SAN MARTINO DI LUPARI (PADOVA) - Il giudice del Tribunale monocratico sarà chiamato a decidere della morte del piccolo Martin Fior, di appena 8 anni. Il Gup Claudio...

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SAN MARTINO DI LUPARI (PADOVA) - Il giudice del Tribunale monocratico sarà chiamato a decidere della morte del piccolo Martin Fior, di appena 8 anni. Il Gup Claudio Marassi, ieri mattina, ha deciso di mandare a giudizio il comandante della polizia locale di San Martino di Lupari, Andrea Corazza di 55 anni residente a Pianiga in provincia di Venezia. Quindi il direttore dei lavori per la realizzazione della pista ciclopedonale, dove è deceduto il bambino, Henry Juan Zilio di 67 anni residente a Borso del Grappa in provincia di Treviso, e infine l’autista dello scuolabus Mirko Antonello di 64 anni, residente a San Martino di Lupari, che ha investito e ucciso lo studente delle elementari. I tre, accusati di omicidio colposo stradale in concorso, dovranno comparire in aula il 21 novembre del 2024.

L'incidente

Il 20 settembre di cinque anni fa, a mezzogiorno e mezzo, Martin è uscito dalla scuola elementare Duca D’Aosta. Ad attenderlo c’era la sua mamma. Entrambi sono saliti in sella alle loro biciclette e hanno percorso la ciclopedonale di via Pasinato per rientrare a casa, una strada stretta e a senso unico. Il piccolo di 8 anni, seguito dalla madre vietnamita, ha però perso l’equilibrio, il manubrio si è girato verso sinistra e la bicicletta ha disarcionato Martin. Il bambino è finito sull’asfalto con la testa sulla carreggiata. In quel momento è arrivato, dal senso opposto di marcia, lo scuolabus condotto da Antonello con a bordo alcuni studenti delle medie. L’autista non è riuscito ad azionare i freni in tempo e il mezzo pesante ha schiacciato Martin, provocandone la morte istantanea.

L'iter giudiziario

In un primo momento il pubblico ministero Silvia Golin, titolare delle indagini, aveva chiesto l’archiviazione del caso. Ma il papà del piccolo, Denis Fior di San Martino di Lupari, si è rivolto alla Sis. Un’agenzia di infortunistica stradale e risarcimento danni di Castelfranco Veneto e Loreggia gestita da Alessandro e Mattia Fassina. Alla famiglia di Martin è stato affiancato il legale Narciso Ghirardi del foro di Treviso, e il Gip ha ordinato alla Procura di riprendere le indagini. «Sono molto soddisfatto - ha dichiarato il legale - perchè grazie alla mia linea difensiva adesso potrà essere celebrato un processo».

Le accuse

Il direttore dei lavori, Henry Juan Zilio, avrebbe omesso di indicare l’irregolarità di quella pista ciclabile. In sostanza, secondo l’accusa, nel punto di restringimento della carreggiata la larghezza della ciclopedonale era solo di un metro e 55 centimetri. Troppo poco ma soprattutto, ancora per l’accusa, inferiore ai minimi fissati per legge. Se fosse stata regolare il piccolo Martin non sarebbe caduto con la testa al di fuori della ciclabile. E poi Zilio avrebbe dovuto installare i paletti delimitatori di corsia, come previsto da un’ordinanza comunale, e i cartelli segnaletici per indicare la promiscuità del tracciato non sarebbero stati visibili. Il comandante della polizia locale Corazza invece, ancora per l’accusa, avrebbe omesso di verificare la presenza dei paletti delimitatori. Non solo, non avrebbe verificato la regolarità della pista ciclabile e ordinato nel punto più stretto di condurre le bici a mano. L’autista della scuolabus, infine, è stato accusato di non avere fermato il mezzo, consentendo prima il transito al piccolo Martin e alla sua mamma. 

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Il Gazzettino