OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
PEDAVENA (BELLUNO) - Non ce l'ha fatta Ombretta Boselli, la 73enne di Pedavena investita lunedì sera poco dopo le 18 da un furgone mentre si recava in chiesa. Troppo gravi i traumi subiti e dopo alcuni giorni di agonia ieri è stata decretata la morte cerebrale. La sua scomparsa ha lasciato sgomenta tutta la comunità che la conosceva soprattutto per la sua opera di sacrestana della chiesa di Pedavena. Sempre pochi giorni fa si è spenta anche Maria Fiabane, l'82enne in sedia a rotelle il 19 ottobre scorso investita sulle strisce pedonali davanti alla caserma dei carabinieri a Feltre. Solo oggi però il funerale.
L'incidente
Lunedì sera Ombretta stava camminando come di consueto da Murle, dove abitava, verso la chiesa di Pedavena. All'incrocio di via Trieste si è accinta ad attraversare la strada quando è stata centrata da un furgone. L'impatto è stato tremendo. Sul posto sono arrivati immediatamente i sanitari del 118 dell'ospedale di Feltre che hanno subito compreso che la situazione era gravissima tant'è che giunta al Santa Maria del Prato di Feltre è stata ricoverata nel reparto di rianimazione. Lì i sanitari hanno valutato il trasferimento all'ospedale Cà Foncello di Treviso, soprattutto per il grave trauma alla testa, ma il quadro clinico era troppo delicato per poter pensare ad un trasferimento.
Le indagini
Una tragedia che ha però lasciato altri strascichi profondi. Alla guida del furgone che ha centrato la 73enne c'era L.V., 40enne, anch'esso residente in zona. Dopo aver investito Ombretta si è immediatamente fermato e ha chiamato i soccorsi. Ma è chiaro che l'incidente e ancor più il fatto di aver investito una persona conosciuta, ha lasciato uno choc profondo nel giovane. Sull'incidente ora stanno indagando i carabinieri giunti sul posto. Nelle prossime ore svilupperanno l'esito dei rilievi ed invieranno il tutto alla Procura della Repubblica. In base a quello la Procura deciderà se si proseguirà con l'ipotesi di omicidio stradale oppure se ci possa essere anche una condotta incauta da parte della signora. Le due famiglie, affiancate dal parroco del paese don Alberto Ganz, si sono nel frattempo incontrate in un incontro davvero molto carico e profondo in cui le sofferenze di entrambe si sono unite in un pianto. Ed è sempre don Alberto che ieri ha dato la notizia della scomparsa alla famiglia.
Chi era Ombretta Boselli
Ombretta, classe 1950, era originaria della provincia di Padova. Negli anni '70 incontra Germano Zimbetti, si sposa e viene a vivere proprio a Pedavena. Dal loro matrimonio nascono due figlie, Marina e Attilia, che saranno la ragione di vita di Ombretta. Oltre all'impegnativo ruolo di moglie, mamma e casalinga, Ombretta affianca quello di donna di chiesa. «Quando sono arrivato a Pedavena - racconta don Diego Bardin - Ombretta era già sacrestana della chiesa insieme al marito. Un compito che portava avanti con passione e tanto impegno. Oltre a questo, prestava il suo aiuto anche per il catechismo, sia a Pedavena che, per un periodo, anche a Villabruna viste le difficoltà che avevano riscontrato nel trovare catechiste. Quando sono diventato parroco a Feltre l'ho ritrovata insieme al marito nel gruppo dell'adorazione eucaristica perpetua; di notte facevano la loro adorazione eucaristica sostenendo la comunità nella preghiera. E Ombretta lo faceva con tanta dedizione e con tanto trasporto. La ricordo con tanto affetto. Una persona davvero generosa». Una donna sempre presente alle celebrazioni, sempre disponibile a titolo gratuito, a cui la comunità deve un grande grazie. Ad esprimere cordoglio, a nome dell'intero consiglio comunale e della comunità tutta, il sindaco di Pedavena Nicola Castellaz: «Esprimo le più sentite condoglianze ai familiari e agli amici di Ombretta, signora disponibile, semplice e responsabile: lodevole il suo impegno per la comunità soprattutto a servizio della Chiesa. La Sua improvvisa scomparsa ci lascia un grande vuoto».
Leggi l'articolo completo suIl Gazzettino