La trasfusione era infetta: uomo muore a 57 anni ​e la moglie fa causa

La trasfusione era infetta: uomo muore a 57 anni e la moglie fa causa
PORDENONE - Quasi sessant'anni fa una trasfusione di sangue, quand'era ricoverato in pediatria all'ospedale di Pordenone, gli aveva salvato la vita. Ma quella stessa...

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PORDENONE - Quasi sessant'anni fa una trasfusione di sangue, quand'era ricoverato in pediatria all'ospedale di Pordenone, gli aveva salvato la vita. Ma quella stessa trasfusione, dalla quale ha contratto l'epatite C, nel febbraio 2008 ha finito per ucciderlo. Ora la moglie della vittima, affidandosi agli avvocati Valentina Conte e Antonio Montanari, ha trascinato in aula la struttura sanitaria intentando una causa civile per ottenere un risarcimento danni da 330 mila euro visto che un primo tentativo di mediazione non è andato a buon fine. La prima udienza del procedimento è stata fissata a metà luglio di fronte al Tribunale di Pordenone. L'azienda sanitaria, rappresentata dall'avvocato Vittorina Colò, ha intenzione di opporsi alla richiesta di risarcimento.

Ma non è l'unica grana che il Santa Maria degli Angeli sarà chiamato a risolvere. Sempre a luglio dovrà presentarsi in tribunale per opporsi a un'altra richiesta di risarcimento danni da 150 mila euro. Stavolta a intentare una causa civile è una 40enne pordenonese che nel 2010, cadendo, si ruppe l'omero. In ospedale venne ingessata, senza bisogno di intervenire chirurgicamente. Ma la donna, che lamentava ancora dolori dopo il trattamento, fu costretta a recarsi in un'altra struttura sanitaria dove venne operata. Il mancato intervento, secondo la 40enne, le avrebbe provocato un danno biologico certificato del 25%, motivo per cui ora vuole essere risarcita dall'azienda sanitaria.
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Il Gazzettino