Trapianto di cuore, chirurghi del Nepal a lezione dai padovani

Ieri è stato ufficializzato il "gemellaggio" con l'Università di Katmandu e l'avvio di un programma di trasferimento di conoscenze in sala operatoria

Padova, chirurghi del Nepal a lezione dai padovani
PADOVA - Il sogno, realizzabile tra pochi mesi, è riuscire a portare a termine il primo trapianto di cuore in Nepal. Come è stato per il cardiochirurgo padovano...

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PADOVA - Il sogno, realizzabile tra pochi mesi, è riuscire a portare a termine il primo trapianto di cuore in Nepal. Come è stato per il cardiochirurgo padovano Vincenzo Gallucci il 14 novembre 1985, data del primo trapianto di cuore in Italia. Ieri all'Azienda Ospedale Università è stato ufficializzato il "gemellaggio" con l'Università di Katmandu e l'avvio di un programma di trasferimento di conoscenze in sala operatoria. Una delegazione di dirigenti, medici e infermieri del Manmohan center, Tribhuvan University Kathmandu si trova in città per qualche giorno per seguire dei seminari sull'organizzazione di un intervento di trapianto di cuore. In cattedra c'è il gruppo di Cardiochirurgia guidato dal professor Gino Gerosa. Del resto, il centro Gallucci vanta un'ampia esperienza nel campo: nel 2022 sono stati 471 i ricoveri programmati, 427 i ricoveri urgenti e 24 sono stati i trapianti realizzati. In un anno si contano 974 pazienti dimessi, 174 da fuori regione e 204 da fuori provincia. 28 i Vad impiantati. «Ci fa molto piacere ospitare questa delegazione nepalese - dice il direttore generale Giuseppe Dal Ben - che in parte ha già avuto contatti con il nostro ospedale. Per noi è un'onore essere al loro fianco e sostenerli in questo progetto. Il programma formativo prevede sia momenti qui a Padova che a Kathmandu».

Padova e il Nepal

«Aiutiamo gli amici dell'Università di Kathmandu ad eseguire il primo trapianto di cuore in Nepal - afferma il professor Gerosa - una bella sfida che siamo pronti a vincere. Sono sereno perché a Kathmandu partiamo già da una buona base infrastrutturale e logistica, oltre che solide conoscenze di terapia immunosoppressiva anti-rigetto. Infatti hanno già avviato un programma di trapianto di rene e fegato. Ora manca il cuore, è una questione per lo più chirurgica che presto risolveremo grazie a una stretta interazione tra team. Ci sposteremo anche da loro in Nepal».

Dal 1985 ad oggi in Azienda ospedaliera sono stati realizzati più di mille trapianti di cuore. L'anello di congiunzione tra Padova e Kathmandu è Anil Bhattarai, cardiochirurgo del Manmohan center che si è formato in via Giustiniani. «Ho seguito il dottorato in Chirurgia Cardiovascolare all'Università di Padova ormai dieci anni fa - racconta il dottor Bhattarai - ho sempre sognato di eseguire il primo trapianto di cuore in Nepal, come ha fatto qui Gallucci. Penso che questo sia il momento giusto. Un sogno che sarà realizzato». Ieri hanno partecipato alla conferenza stampa anche Dibya Singh Shah, Uttam Krishna Shrestha, Sabera Shrestha, Sher Bahadur Rana, Beni Hoiju,Vincenzo Walsh e Giulia Albano in rappresentanza sia dell'ospedale universitario che dell'associazione "Save the heart Nepal" e della Fondazione Mission Bambini. «Uno dei nostri obiettivi è rendere accessibili gli interventi di cardiochirurgia e i trapianti ai bambini in difficoltà economiche e sociali, per questo stiamo costruendo un piano di fattibilità», ha aggiunto Vincenzo Walsh, della Fondazione Mission Bambini.

Il futuro

Tante le linee di ricerca portate avanti dal centro Gallucci. «Le problematiche dei pazienti con insufficienza cardiaca terminale sono estremamente importanti perché parliamo di vivere o morire - conclude Gerosa - il trapianto di cuore è sicuramente la migliore risposta terapeutica, ma purtroppo non ci sono abbastanza organi disponibili. Quindi dobbiamo trovare soluzioni innovative. Le strade da imboccare sono diverse e guardano sia agli organi artificiali che agli organi biologici. Le stiamo perseguendo tutte». 

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Il Gazzettino