Donazione e trapianto d’organi, il 2016 si è rivelato un anno da incorniciare per il Veneto. Dodici mesi d’oro per la generosità di tanti concittadini...
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A delinearlo è il Report annuale sull’attività di donazione e trapianto in Veneto, realizzato in sinergia con la Rete nazionale ed elaborato dal Centro Regionale Trapianti che sottolinea un altro dato da capogiro: 130 donazioni di organi, 2.247 di cornee, anche se le liste d’attesa sono sempre lunghissime quindi l’appello rimane uno e uno solo: donare, sempre. L’Azienda ospedaliera universitaria di Padova fa da capofila con 334 trapianti effettuati, dei quali 177 di rene (dei quali ben 55 da donatore vivente), 91 di fegato, 39 di cuore, 27 di polmone, 15 di pancreas. Verona ha effettuato 177 trapianti, di cui 110 di rene, 54 di fegato e 15 di cuore. I centri di trapianto del rene di Vicenza e Treviso hanno totalizzato rispettivamente 36 e 32 interventi. Tra le particolarità: a Padova sono stati trapiantati 25 bambini e sempre nella città del Santo si è registrato il donatore più anziano, un uomo di 88 anni deceduto per emorragia cerebrale che ha donato il fegato, poi felicemente trapiantato.
Il 2016 a livello regionale ha segnato l’aumento delle donazioni di organi del 17% rispetto al 2015. Raggiunti il numero di donatori d’organi più alto dell’ultimo decennio e il numero di donatori di cornee più alto di sempre. Cresciuto il numero di trapianti del 14,8% rispetto al 2015, appositamente formati 784 dipendenti delle anagrafi di 362 Comuni della regione, cosa che ha permesso di attivare 71 municipalità per la raccolta di circa 17.000 nuove dichiarazioni di volontà alla donazione di organi e tessuti, espresse al cambio della carta d’identità. In 1872 hanno acconsentito a Verona, 644 a Padova, 148 a Belluno, 77 a Venezia, 13 a Treviso, 959 a Mirano, 841 a Montebelluna, 687 a Spinea. Per contro, 2.264 veneti hanno espresso il loro rifiuto (pari al 13,3% dei dichiaranti). «Si tratta di una conferma di eccellenza a livello nazionale – commenta soddisfatto il governatore Luca Zaia – ottenuta in una fase storica difficile, legata ai tagli nazionali sulla sanità, che hanno reso sempre più difficile sostenere le alte specialità sanitarie come questa, che richiede grandi professionalità, tecnologie al massimo, capacità di coordinamento, tempestività, sangue freddo». Gratitudine e riconoscenza, chiosa Zaia, «vanno alla generosità dei veneti, che hanno colto come mai prima la grandezza di un gesto come la donazione, e a tutte le associazioni di volontariato che si prodigano quotidianamente. Non è un caso che, nel solo 2016, ci siano state la bellezza di 17.000 nuove dichiarazioni di volontà alla donazione. Un dato entusiasmante, che testimonia di un grande popolo del quale andiamo fieri». L’assessore alla sanità Luca Coletto è riconoscente «Ai nostri operatori ad altissima specializzazione: chirurghi, anestesisti rianimatori, infermieri professionali, e a monte forze dell’ordine, autisti, piloti. Li ringrazio tutti, sono le nostre squadre della vita». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino