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Non ci stanno. E mettono le mani avanti perchè oltre a censurare quello che è già accaduto, sono pronte a bloccare altri nuovi incontri di quel tipo. Le associazioni Lgbtqia+ del Friuli Venezia Giulia hanno condannto l’incontro organizzato nell’Istituto professionale Carniello di Sacile. Non solo. Le associazioni hanno firmato un appello con il quale si oppongono alla propaganda anti scientifica che era stata portata avanti nell’incontro dal titolo “Identità di genere: rivoluzione o involuzione?”. Ma cosa era emerso nel corso dell’incontro? Il relatore era Massimo Gandolfini, presidente dell’Associazione Family Day che ha parlato del tema, dopo essere stato presentato dalla professoressa Luana Leone, docente di religione e coordinatrice dell’evento. L’insegnante - spiegano le associaizoni - ha riassunto così i concetti espressi durante l’incontro, ossia “sentirsi uomo in un corpo di donna o viceversa è una patologia psicologica che va curata”. Inoltre, riferendosi alle persone transgender, il professor Gandolfini ha spiegato che «spesso queste persone rivelano di aver subito dei traumi. Nei loro confronti bisogna avere molta delicatezza e rispetto». Infine l’identità di genere “sarebbe una manifestazione ideologica, il potere di essere tutto ciò che si vuole che è però pensiero molto pericoloso. Sono ragazzi che vanno aiutati, per capirsi meglio, per essere ricondotti sulla strada giusta”.
LA REAZIONE
«Bene hanno fatto i 27 docenti dell’istituto a dissociarsi da questa iniziativa e a condannarla, in una lettera ufficiale diretta alla dirigente scolastica.
I TRAUMI
«I traumi reali li vivono invece le persone transgender e gender non conforming quando frequentano ambienti di studio, di lavoro e di vita in cui la transfobia alimenta l’odio, l’intolleranza e la discriminazione nei loro confronti. Ed è veramente ipocrita parlare di delicatezza e rispetto, quando in un contesto scolastico, che dovrebbe educare al rispetto e alla valorizzazione delle differenze, si definisce l’identità di genere come un’ideologia. È molto grave quanto accaduto all’Isis Sacile e Brugnera. Nessuna parola è stata spesa su quanto invece la scuola può fare per promuovere la cultura del rispetto». Da qui la richiesta ufficiale alla direzione regionale di non consentire più nelle scuole pubbloiche incontrin di quel tipo. È già in moto ha raccolta di adesioni. «Da quindici anni portiamo nelle scuole della nostra regione il progetto “A scuola per conoscerci”, nato proprio per prevenire e contrastare il bullismo omo lesbo bitransfobico nel contesto scolastico. Proporremo questo progetto anche all’Isis di Sacile e Brugnera».
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Il Gazzettino