VENEZIA - In cantiere e nella carta intestata campeggia ancora la scritta: “Roberto Tramontin & figli”, intendendo con la dicitura “figli” una...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
I RICORDI
«Cercava di portare avanti un mestiere non facile - è il ricordo del remèr Saverio Pastor - Roberto si è trovato con un’eredità pesante, tanto da farlo sentire spesso inadeguato, anche perché, rispetto al padre e agli antenati, si è trovato innanzi a nuove e sconosciute innovazioni tecnologiche. Il più giovane collega Matteo Tamassia lo ha aiutato ad adattarsi, ma ormai lavorava malvolentieri. Roberto era una persona buona, sempre di compagnia. Con lui siamo stati in Francia, a Macao, in Cina; era punto di riferimento non solo per le gondole, ma anche per le buone mangiate e bevute. L’ultima volta, conscio del male che ne minava la salute, mi ha detto: «Cossa go fato de mal per meritarme sto calvario, eppur me par de esser un bon fio…». Sapevamo tutti della sua malattia, ma speravamo che potesse tirare avanti. La sua morte perciò ci ha sorpreso e tutto il mondo del remo è amareggiato». «Fra colleghi c’è sempre un pizzico di invidia - conclude Agostino Amadi - invece io e Roberto eravamo talmente amici da stimarci e lodarci a vicenda».
Tullio Cardona
© RIPRODUZIONE RISERVATA Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino