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PADOVA Il destino del Sir 3, la linea Stazione-Voltabarozzo è in mano ai giudici del Tar. È una conseguenza logica delle ultime vicende che hanno portato Aps holding ad un ulteriore approfondimento sulle caratteristiche della cordata vincitrice. Comunque vada a finire ci sarà un ricorso. Dei primi, il Consorzio Stabile europeo, se venissero esclusi. Dei secondi, Rizzani-De Eccher, nel caso il giudizio della commissione venisse confermato.
Di conseguenza il cammino della tratta che avrebbe dovuto concludersi al più tardi nel 2025, se va bene registrerà uno stop di 4-6 mesi. È vero che i giudici nel caso degli appalti pubblici hanno sempre una procedura accelerata, ma se i ricorrenti dovessero chiedere la famosa “sospensiva” e poi il tribunale dovesse pronunciarsi nel merito i tempi si allungherebbero. Non parliamo poi dell’appello al Consiglio di stato. Una via d’uscita potrebbe essere rappresentata dal cosiddetto risarcimento del danno, una procedura che liquida i ricorrenti vincitori a posteriori, per non fermare i cantieri. Ma non è automatico che si faccia.
LA VERIFICA
È evidente che di questi tempi si ricorre anche per un cavillo su un appalto da 50 milioni. Ragione di più per una irregolarità nel pagamento dei contributi ad alcuni lavoratori che non sarebbe stata dichiarata e che fa da sola causa di esclusione. C’è da dire però che, se questa irregolarità ci sia stata o meno è ancora tutta da verificare da parte della stazione appaltante Aps che ha chiesto un chiarimento. Se la giustificazione dovesse essere plausibile nulla toglie che l’aggiudicazione venga confermata in questi 35 giorni che decorrono dalla decisione del cda (9 marzo la pubblicazione) quindi fino al 15 aprile. Particolare interessante: in questo periodo sono compresi anche i giorni nei quali gli odierni sconfitti possono a loro volta accedere agli atti per fare ricorso al Tar, magari per altri motivi.
IL PERCORSO
Qualcosa dev’essere successo prima dell’aggiudicazione di cui sia il Rup che la Commissione erano all’oscuro, altrimenti non sarebbero rimasti sorpresi sviluppando quella normale verifica che si può fare solo dopo la decisione. Ebbene la circostanza più probabile è che l’Autorità anticorruzione coinvolta nell’analisi pre-aggiudicazione, abbia scoperto qualcosa e magari chiesto chiarimenti alla ditta che, a sua volta non avrebbe comunicato l’iniziativa ad Aps. Mentre Anac non è tenuta a farlo in sede di istruttoria.
LA SCOPERTA
Quando, dopo l’aggiudicazione, Aps ha cominciato a fare come da prassi le verifiche amministrative, il che significa tanto per dare un’idea avere il casellario giudiziario di tutti i partecipanti (un lavoro enorme) probabilmente ha lanciato il cosiddetto “interpello” anche all’Anac, per completare il quadro. Ed è in quel momento, cioè alla risposta, che sarebbe venuta a conoscenza del problema. Insomma è stato proprio perchè Aps ha dragato il fondo con una rete a maglie strettissime che ha trovato il baco.
IL PRESIDENTE APS
Ora la ditta dovrà dare in una settimana la propria versione dei fatti.
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Il Gazzettino