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UDINE - La Procura di Udine ha deciso di procedere con un accertamento tecnico irripetibile sul propulsore del Pioner 300, l’ultraleggero precipitato lo scorso 29 aprile a Lusevera, in provincia di Udine. Nel terribile schianto persero la vita Alessio Ghersi, 34 anni, capitano dell’Aeronautica e componente della Pattuglia acrobatica nazionale e a Sante Ciaccia, 35 anni, manager milanese parente della moglie di Ghersi. Il sostituto procuratore Giorgio Milillo ha ritenuto necessario affidare una consulenza tecnica sul funzionamento e su eventuali problemi o difetti legati alla costruzione o alla manutenzione del propulsore. Per l’incidente aereo sono stati indagati la proprietaria dell’aeromobile precipitato, Silvia Rappo 39 anni di San Quirino, Corrado Rusalen 57 anni di San Quirino e Moreno Stinat 58 anni di Sacile, questi ultimi sono due soci contitolari dell’azienda costruttrice del velivolo, la Alpi Aviation di San Quirino. La famiglia Ghersi è invece assistita dall’avvocato Maurizio Miculan. Appare quindi evidente che l’attenzione della Procura si è spostata sull’ipotesi di un guasto o di un problema tecnico o, perlomeno, c’è la volontà di accertare o scartare eventuali “difetti” del propulsore, il dispositivo che ha lo scopo di “imprimere al velivolo da cui è portato la forza che ne produce e mantiene il moto”.
La difesa
L’avvocato Bruno Malattia, che assiste Rusalen, Stinat e Rappo, appena venuto a conoscenza del “coinvolgimento” dei suoi assistiti, aveva sottolineato che, «pur apprezzando l’intendimento della Procura della Repubblica di Udine di voler garantire il diritto di difesa, non è dato comprendere come ragionevolmente possano essere indagati per l’incidente aereo di Lusevera i “due soci contitolari dell’azienda costruttrice” del velivolo.
Lo schianto
Ghersi era il pony 5 della formazione della Pan, un pilota che dire esperto e èpreparato è dire poco. Quel sabato di aprile era decollato dall’aviosuperficie di Pasian di Prato con un Pioneer 300, I-8548. Ed erano stati due abitanti di Lusevera a vederlo precipitare, a vedere un’esplosione, una fiammata e poi il fumo. Subito dopo l’allarme dato dai due residenti e da otto studenti universitari testimoni della tragedia, sono arrivati i vigili del fuoco, accompagnati sul posto da quanti avevano assistito alla tragedia. La zona era stata raggiunta dall’elisoccorso e dall’elicottero dei Vigili del fuoco. A preoccuparsi per il mancato rientro del pilota è stato lo stesso comandante delle Frecce, il colonnello Stefano Vit, a cui è poi spettato il doloroso compito di informare i genitori arrivati da Domodossola per la manifestazione del 1. maggio a Rivolto, quando le Frecce ogni anno si esibiscono nell’ultimo addestramento prima della stagione estiva. Quella manifestazione è poi stata sospesa in segno di lutto e rispetto per la morte del capitano Ghersi, che si era alzato in volo con l’amico manager milanese Sante Caccia. Entrambi sono morti sul colpo.
La famiglia di Alessio Ghersi non sarà lasciata sola. «L’Aeronautica è una famiglia, è una squadra. Alessio e Sante avranno tutto il supporto da parte nostra - aveva detto il colonnello Rubino -. Alessio era un ragazzo molto giovane, fantastico».
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Il Gazzettino