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VITTORIO VENETO - «Preghiamo per la piccola Mariia, pensiamo a lei ogni istante». Poche parole, pronunciate da Suor Maddalena, in cui è racchiusa l'intera portata del dramma che ha sconvolto l'istituto San Giuseppe di Vittorio Veneto, che ieri si è raccolto in preghiera per ricordare Mariia Markovetska, la bimba ucraina di appena 7 anni annegata mercoledì scorso nel lago di Revine, mentre era in gita con il centro estivo. Doveva essere una giornata di festa, dedicata alla fine delle attività, invece è stata trasformata in un momento di commemorazione. Per ricordare quel piccolo angelo biondo, scappato dalla guerra insieme alla mamma e alla sorellina. Ma anche per elaborare il lutto e la sofferenza vissuta dai 60 bambini iscritti, dagli animatori e dai responsabili.
LE DEDICHE DEI COMPAGNI
«Non ti dimenticheremo. È stato bello conoscerti. Ti vogliamo bene, Mariia» sono le dediche che i compagni del Grest hanno voluto mettere nero su bianco in un cartellone consegnato alla famiglia della piccola. «È stato un momento semplice, ma autentico e molto partecipato - spiega don Andrea Forest della Caritas che ha presieduto la celebrazione affiancato da padre Yuriy Khodan, cappellano della comunità ucraina -.
IL RIMPATRIO DELLA SALMA
La famiglia, che continua a chiedere «verità e giustizia», attende con trepidazione il nullaosta della Procura sulla salma della piccola, così da poterla rimpatriare. Il via libera del magistrato è atteso nelle prossime ore, visto che l'autopsia è stata eseguita martedì, confermando l'ipotesi iniziale della morte per annegamento. Nessun malore: la bimba, che non sapeva nuotare, è affogata nel lago di Santa Maria, senza che nessuno se ne accorgesse in tempo per riuscire a salvarla. Mariia verrà seppellita in Ucraina, dove è nata e cresciuta e dove il papà si trova tuttora, bloccato dalla guerra. Mamma Antonina, ancora sotto choc e straziata dalla perdita della sua primogenita, è disposta a tornare a vivere nel paese da cui era fuggita cinque mesi fa pur di restare accanto alla sua piccola. Intanto la comunità ucraina e la Caritas diocesana hanno avviato delle raccolte fondi per contribuire alle spese del funerale. Le indagini della Procura di Treviso, intanto continuano per fare piena luce sulla tragedia. Cinque i nomi iscritti nel registro degli indagati con le accuse di omicidio colposo e omessa vigilanza. Si tratta delle animatrici Martina Paier e Tiffany De Martin; delle due responsabili delle attività Camilla Rizzardi e Simonetta Da Ronch e di suor Maddalena, al secolo Marina Baro, responsabile amministrativa del Campus.
Il Gazzettino