Tragedia in A13, indagato il padre alla guida per lo schianto costato la vita a moglie e figlia. I vicini: «Un uomo distrutto»

La Procura di Ferrara dopo lo schianto in A13 costato la vita alla moglie e alla figlia ha emesso un atto dovuto

Tragedia in A13, indagato il padre alla guida per lo schianto costato la vita a moglie e figlia. I vicini: «Un uomo distrutto»
ABANO TERME (PADOVA) - A ventiquattro ore dalla tragedia della A13, dolore, sgomento e incredulità pesano come una cappa su un’intera comunità. Il tragico...

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ABANO TERME (PADOVA) - A ventiquattro ore dalla tragedia della A13, dolore, sgomento e incredulità pesano come una cappa su un’intera comunità. Il tragico destino di Maria Grazia Forgetta (49 anni) e della piccola Gioia (6 da compiere fra tre giorni) ha suscitato un vasto cordoglio in tutta Abano. Un sentimento che assume una dimensione ancora più profonda quando il pensiero va a Michele Petriccione, il capofamiglia 50enne uscito praticamente incolume dal devastante impatto contro un tir della Saab che stava guidando in autostrada mercoledì pomeriggio, che ha invece spezzato la vita della moglie e della figlioletta. Allo strazio della doppia perdita si aggiunge ora la consapevolezza di essere indagato per omicidio stradale colposo nell’ambito dell’inchiesta aperta dalla Procura di Ferrara. Un atto dovuto, ma che rende ancor più drammatico un dolore già insopportabile.

LA DISPERAZIONE

L’uomo è ritornato nell’abitazione di famiglia in via Previtali attorno alle 20 di mercoledì. Con sé aveva i due cagnolini amatissimi dalla figlia, gli unici superstiti, insieme a lui, della strage. Erano partiti nel primo pomeriggio per tornare a Roccamonfina, nel Casertano, il loro paese d’origine, in visita ai familiari. Invece per aiutare il 50enne a lenire la lacerante sofferenza, appena saputo della tragedia, sono stati proprio alcuni parenti a mettersi al volante alla volta di Abano, dove sono arrivati a sera tarda.

Al cancelletto del condominio, ieri mattina è stata proprio una giovane nipote ad affacciarsi con il volto straziato dal dolore. «Mio zio fisicamente sta abbastanza bene – ha spiegato con voce flebile –. Per il resto invece, ovviamente è tutta un’altra cosa. Ora lui non c’è, si è rifugiato da una sorella. Come è ovvio è distrutto». Poche parole pronunciate prima di tornare nell’appartamento ma che dicono tutto del macigno che ha investito Petriccione.
E non riesce a trattenere un moto di commozione un vicino, Gianni Meggiorin: «Io e mia moglie conosciamo benissimo la famiglia. Maria Grazia era meravigliosa. La piccola, come il nome che portava, una gioia. Solo i due cagnolini sono rimasti, a quel poveretto del papà».

LA SCUOLA

La bimba, che avrebbe compiuto 6 anni lunedì, il 13 settembre aveva varcato per la prima volta i cancelli della scuola elementare Edmondo De Amicis di Giarre, dove ora con tanta delicatezza le insegnanti dovranno spiegare ai suoi compagni che Gioia non c’è più. «Per noi è un momento delicato, difficilissimo – ha commentato una delle maestre ieri mattina –, non c’è nulla che si possa dire in un momento come questo». «La piccola e sua mamma, da quando erano cominciate le lezioni, le vedevo praticamente ogni giorno – racconta Claudia Brugnaro, titolare dell’edicola-cartoleria di fronte alla scuola –. La bambina veniva a comperare le figurine. Era dolce, sempre sorridente. La notizia ci ha sconvolti tutti». «La piccola era meravigliosa, la ricorderemo sempre per il suo carattere solare» ha aggiunto una delle suore della materna di Monteortone che Gioia ha frequentato fino a giugno scorso.

LA SOFFERENZA

Il dramma che ha mandato in pezzi la vita di Michele Petriccione, informatico che da una decina d’anni viveva ad Abano con la famiglia, ha suscitato profondo dolore anche fra il personale del Golf Club della Montecchia di Selvazzano, a cui il 50enne era iscritto da quattro anni. «È una persona riservata e molto gentile che viene a giocare di tanto in tanto  – dice Giovanni Quintarelli, segretario del circolo –. Siamo tutti attoniti. È una vera tragedia». Cordoglio è stato espresso anche dal sindaco di Abano, Federico Barbierato: «Siamo rimasti senza parole di fronte a questo dramma. Come amministrazione, ci stringiamo al nostro concittadino».

Maria Grazia Forgetta era conosciuta anche a Montegrotto. «Le parole servono a poco e non riusciranno mai a lenire il dolore di chi sta vivendo questo lutto – ha dichiarato il primo cittadino Riccardo Mortandello –. Avevo conosciuto Maria Grazia e la piccola Gioia al centro comunale di via Diocleziana durante il progetto “Ci troviamo in centro” rivolte agli anziani». «Ricordo benissimo Maria Grazia e la piccola – racconta Silvio Nardo, presidente dell’Auser di Montegrotto –. Quando ho visto la sua foto in televisione sono rimasto senza parole. Poi la conferma mi è arrivata da una delle animatrici. Lei ci veniva a dare una mano in un’iniziativa che consisteva nel coinvolgere gli anziani di Montegrotto in lavoretti di bricolage. L’ultima volta l’ho vista a luglio. Ogni tanto veniva con Gioia. Quella bambina era un fiore, sempre sorridente. Si trovava bene con quelle persone molto più adulte di lei, il che non è frequente. Tutti noi ancora non riusciamo a crederci».
 

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Il Gazzettino