Quei rettilinei dove d'estate diventa un rischio anche solo attraversare: «Qui corrono come matti, anche i camion carichi di tronchi non rallentano»

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SANTO STEFANO DI CADORE (BELLUNO) - Davanti al luogo della tragedia c'è un'officina meccanica. Silvano Da Rin stava lavorando quando ha sentito il botto, lo stridore dei pezzi di lamiera che volavano, e subito dopo le urla disperate della mamma, moglie e figlia di Mattia, Marco e Mariagrazia. Si è affacciato sulla strada mentre il maresciallo dei carabinieri Mirko Proietti stava uscendo dalla sua abitazione a pochi metri. Hanno visto quel che era accaduto, e per prima cosa hanno fermato il traffico bloccando le auto che stavano immettendosi sulla strada dell'incidente. In quel momento è arrivato Lucio Potente, nonno, marito e suocero di Mattia, Mariagrazia e Marco. E si è sentito male.


Silvano Da Rin si è avvicinato alla donna immobile a terra, ha provato a chiamarla: «Ma non si muoveva più». Dopo pochi minuti sono arrivate le ambulanze e i corpi sono stati coperti con lenzuola bianche che in pochi minuti si sono chiazzati di sangue. «Qui corrono come matti, anche i camion carichi di tronchi non rallentano», accusa Giovanni Zambelli, che abita poco distante. E subito è salita l'ennesima richiesta della messa in sicurezza della strada "355 Val Degano". I quattro chilometri e mezzo che separano il cuore di Santo Stefano dalla frazione di Presenaio, nel territorio comunale di San Pietro, sono caratterizzati da rettilinei, molti dei quali insistono nei centri abitati dei vari paesi attraversati dall'arteria interregionale. Le cronache registrano vari incidenti, che nel tempo hanno coinvolto auto ed anche cittadini che transitavano in bicicletta.


Da più parti si levano le proteste per i rischi che si corrono passeggiando persino lungo i marciapiedi che fiancheggiano la strada, frequentata fra gli altri da molti anziani, bambini e carrozzine dei più piccoli. I cittadini sono molto preoccupati e chiedono alle autorità di intervenire. L'importante arteria, in alcuni tratti, si presenta come un vero e proprio nastro d'asfalto dritto e gli automobilisti e i camionisti schiacciano l'acceleratore, mettendo in serio pericolo i pedoni e chi sosta davanti alle lunghe serie di case. Spesso le zone sono controllate da posti di blocco delle forze dell'ordine, ma questo, evidentemente, non è sufficiente per scongiurare sorpassi ed accelerazioni, il cui rombo si sente in lontananza. Nei mesi estivi diventa un'impresa attraversare la strada "355 Val Degano".


Ma non c'è soltanto chi chiede di avviare una campagna di sensibilizzazione sulla sicurezza propria ed altrui quando si è al volante. Perché qualcuno vuole lanciare persino una petizione, per risolvere quello che è ormai un decennale problema che coinvolge entrambi i comuni attraversati. L'obiettivo è ridurre gli eccessi dei mezzi che mettono quotidianamente in pericolo l'incolumità di chi vi transita o deve attraversare la strada e per contenere la troppa fretta di alcuni automobilisti che, non facendo attenzione alla pressione del piede sull'acceleratore, hanno preso l'arteria per un autodromo.


Il governatore veneto Luca Zaia, ha espresso il cordoglio dell'intera regione: «È una di quelle notizie che non vorresti mai leggere e che lascia completamente senza parole. Una tragedia che colpisce una famiglia, ma anche un'intera comunità. Mi stringo al dolore dei famigliari ai quali porgo le più sentite condoglianze personali ed istituzionali».

 

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Il Gazzettino