La strage del bus a Mestre e i risarcimenti alle vittime: ex console ucraino indagato per truffa

Il bus precipitato dal cavalcavia di Mestre
TREVISO - Truffa e circonvenzione di incapace. Sono le ipotesi di reato per le quali la Procura di Treviso ha aperto un fascicolo a carico di Marco Toson, ex console onorario...

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TREVISO - Truffa e circonvenzione di incapace. Sono le ipotesi di reato per le quali la Procura di Treviso ha aperto un fascicolo a carico di Marco Toson, ex console onorario dell'Ucraina, e della sua collaboratrice Larissa Vassilieva, sulla base della denuncia presentata dai familiari di una delle vittime (e di altri feriti) dell'incidente di Mestre dello scorso 3 ottobre, quando un bus dell'azienda La Linea è precipitato dal cavalcavia Superiore di Marghera. Un sinistro che ha provocato la morte di 21 persone (tra cui quella dell'autista Alberto Rizzotto, 40enne di Tezze di Vazzola) e il ferimento di altre 15, tra cui alcune in maniera molto grave.

LA VICENDA
Secondo i denuncianti, che si sono rivolti ai carabinieri di Treviso, Toson e la sua collaboratrice si sarebbere presentati subito dopo l'incidente facendo sottoscrivere ad alcune vittime una delega in bianco per poter ottenere i risarcimenti. Delega ottenuta dicendo di essere il console onorario, quando in realtà non risulta più in carica dal 2022, e di appoggiarsi all'avvocata padovana Tina Macaluso, la quale sostiene di conoscere Toson da molti anni ma di non sapere nulla di quelle deleghe. Toson, dal canto suo, afferma invece di essere stato contattato direttamente dall'Ucraina dai familiari di alcune vittime e di aver fornito loro solo i nominativi di alcuni legali che si occupano di indennizzi. E anche di non conoscere l'avvocata Macaluso.

GLI ACCERTAMENTI


Partono da queste diverse versioni gli accertamenti degli inquirenti, volti a capire cosa sia realmente accaduto e se si sia consumato un tentativo di truffa ai danni di persone non nel pieno delle proprie facoltà perché ferite, sedate o sotto choc dopo l'accaduto. Che sono, in pratica, i timori dei familiari delle vittime che hanno sporto denuncia, credendo che l'ex console e la sua collaboratrice volessero raggirare i loro parenti. Anche perché, sempre stando alla denuncia, il 10% dei risarcimenti ottenuti sarebbe finito nelle tasche del professionista, con ristori che potevano andare dai 20mila ai 400mila euro. La Procura ha intenzione di far luce sul caso, e capire se le preoccupazioni dei familiari delle vittime siano o meno fondate. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino