Famiglia veneta morta nella Solfatara, una condanna (a 6 anni) e 5 assoluzioni

Famiglia veneta morta nella Solfatara, una condanna (a 6 anni) e 5 assoluzioni
Il Tribunale di Napoli ha condannato a sei anni di reclusione Giorgio Angarano, 73 anni, legale rappresentante della Vulcano Solfatara srl, nell'ambito del processo sulla...

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Il Tribunale di Napoli ha condannato a sei anni di reclusione Giorgio Angarano, 73 anni, legale rappresentante della Vulcano Solfatara srl, nell'ambito del processo sulla cosiddetta «tragedia del vulcano Solfatara» di Pozzuoli, dove persero la vita, il 12 settembre 2017 i coniugi veneziani di Meolo Massimiliano Carrer e Tiziana Zaramella e il loro figlioletto Lorenzo. Il giudice ha anche inflitto una multa da 172 mila euro alla società e la confisca dell'area. Assolti gli altri soci: Maria Angarano, 75 anni di Pozzuoli, Maria Di Salvo, 70 anni, di Pozzuoli, l'omonima Maria Di Salvo, 41 anni, di Napoli, Annarita Letizia, 71 anni, di Pozzuoli, e Francesco Di Salvo, 45 anni, di Napoli. In aula presente, tra gli altri, il legale dei familiari delle vittime e rappresentante dello Studio3A, Vincenzo Cortellessa, del Foro di Santa Maria Capua Vetere.

La sentenza è stata emessa dopo quattro ore di camera di consiglio dal Gup di Napoli Egle Pilla che ha anche condannato Angarano alla pena accessoria dell'interdizione perpetua dai pubblici uffici e al pagamento delle spese processuali. I soci dell'amministratore della «Vulcano Solfatara srl» sono stati invece assolti per non avere commesso il fatto. I familiari delle vittime, assistiti dallo Studio3A e dagli avvocati Alberto Berardi, del Foro di Padova, e Vincenzo Cortellessa, del Foro di Santa Maria Capua Vetere, sono già stati risarciti economicamente. A tutti gli imputati la Procura di Napoli (sostituti procuratori Anna Frasca e Giuliana Giuliano) contestava la negligenza, l'imprudenza e l'imperizia nell'aver gestito il sito vulcanico, classificato dalla Commissione Grandi rischi «in zona rossa», «in assenza - scrissero gli inquirenti - di qualsiasi cautela idonea ad assicurare che l'attività turistico-ricettiva fosse svolta in modo da garantire la sicurezza dei lavoratori dipendenti e dei terzi visitatori».

 

 

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Il Gazzettino