Padova. Tragedia Acciaierie Venete. Dopo l'anticipo nessun risarcimento per la vedova di Marian Bratu

Marian Bratu e Valerica
PADOVA - Il processo per il tragico incidente alle Acciaierie Venete del 13 maggio del 2018 costato la vita a due operai, ieri, dopo una serie di rinvii, è entrato nel...

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PADOVA - Il processo per il tragico incidente alle Acciaierie Venete del 13 maggio del 2018 costato la vita a due operai, ieri, dopo una serie di rinvii, è entrato nel vivo. In aula hanno testimoniato alcuni tecnici dello Spisal, intervenuti per analizzare quanto era accaduto. Al dibattimento, nonostante non si sia costituita parte civile, era presente Valerica Bratu la moglie di Marian Bratu, 44 anni, deceduto dopo sette mesi di agonia. La donna è affiancata dai legali Giulia Schiaffino e Alessandro Zanonato. Infermiera di professione ha accettato di ricevere un acconto dall'assicurazione e dalle stesse Acciaierie Venete. In base a questo impegno non si è costituita parte civile al processo, ma «La definizione complessiva del danno non è mai arrivata - ha dichiarato l'avvocato Schiaffino - e questa situazione imbarazzante ha segnato ancora di più la signora. A questo punto andremo in sede civile».

Marian ha subito un'agonia di sette mesi e 13 giorni, dove è stato sottoposto a decine e decine di operazione. Un calvario, finito con la morte. «Il tempo per me si è fermato - ha raccontato la moglie Valerica - a quel 13 maggio del 2018. Mio marito ha sofferto tantissimo. Cercava di comunicare con me con lo sguardo o tenendomi la mano. Quando rientravo a casa non riuscivo a chiudere occhio. È stata una cosa atroce». Valerica mamma di due figli, un maschio di 17 anni e una femmina di 15, presenzierà comunque a tutte le udienze. Intorno alle sette del mattino, di quel 13 maggio, una siviera - ovvero un enorme calderone sospeso, carica di acciaio fuso per circa 90 tonnellate, con una temperatura di 1.600 gradi, è caduta a terra. Il contenuto ha travolto come una bomba di fuoco quattro operai che stavano lavorando all'interno di un capannone delle Acciaierie Venete. Sergiu Todita, 39 anni, sposato e con una figlia all'epoca di 14 anni, è morto dopo un mese dall'incidente all'ospedale di Cesena per le ustioni riportate su tutto il corpo. Il suo amico Marian Bratu, 44 anni, è sopravvissuto sette mesi in più ed è deceduto il pomeriggio di Santo Stefano nel suo letto di ospedale nel Centro Grandi Ustionati di Padova. Gli altri due feriti, invece, rimediarono una prognosi di oltre 300 e di oltre quaranta giorni per le ustioni riportate soprattutto sulle gambe. 

 

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Il Gazzettino