ROVIGO - Il prossimo settembre segnerà il decennale del “nuovo” corso del Popolo. Il cantiere, infatti, sbaraccò completamente proprio nel settembre...
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LA STORIA
È qui che sono iniziati dieci anni di polemiche, su soli 400 metri di strada, tuttora senza essere arrivati a una soluzione definitiva, perché la strada è sì rimasta una Zona a traffico limitato, ma quel “limitato” è stato declinato in modo completamente diversi. La giunta Merchiori, infatti, lo aveva previsto come estremamente ridotto, consentendo il transito ai mezzi pubblici, ai residenti e agli autorizzati, con lo stop il sabato e la domenica. Era arrivata poi la giunta di Bruno Piva, che aveva parzialmente riaperto il Corso al traffico di tutti, dall’alba alle 17.30, mantenendo il weekend di stop. Rimasto tutto com’era al momento durante la gestione commissariale di Claudio Ventrice, con l’arrivo della giunta di Massimo Bergamin il traffico ha ripreso possesso del Corso stesso, con l’apertura dall’alba alle 21 sabato compreso, soltanto la domenica è chiuso. Oltre a ciò, sono state trasformate a pagamento le aree di sosta che vi insistono (che non sono molte, peraltro).
NUOVE STRATEGIE
La nuova amministrazione di Edoardo Gaffeo ha appena annunciato di avere in animo di ampliare le Zone a traffico limitato in centro, rivedendo la viabilità interna al capoluogo e puntando a studiare un sistema di trasporti che spinga a non usare l’auto per preferire i mezzi pubblici o la mobilità lenta, sia la bicicletta che il muoversi a piedi, in un centro storico che alla fine è comunque piccolo, se si pensa che bastano meno di quindici minuti a piedi, senza correre, per andare da un capo all’altro proprio del Corso.
In questo obiettivo, naturalmente, il ruolo di primo piano lo giocherà appunto corso del Popolo. L’assetto cittadino non offre basi semplici per ridefinire Ztl e circolazione, perché a est del Corso si ha il nucleo storico più ampio, mentre a ovest la città è stretta tra il Corso stesso, che fino agli anni 30 era l’Adigetto, e quest’ultimo deviato dove si trova oggi. Una Ztl in piazza Duomo, per esempio, potrebbe avere delle controindicazioni, non avendo più sbocchi per via Casalini e le strade che qui convergono.
Tutto ciò sarà materia per gli urbanisti e gli esperti di traffico. Di certo, però, c’è la volontà dell’esecutivo di Gaffeo di modificare la situazione. «In giunta stiamo discutendo di Ztl e di futuro del Corso - conferma l’assessore alla Mobilità sostenibile, Giuseppe Favaretto - sarà dal confronto fra noi, delle singole idee, che elaboreremo una proposta. Quest’ultima, però, sarà anche discussa con le parti interessate».
CORSO MENO APERTO
Favaretto sottolinea che «al di là delle singole posizioni, dobbiamo tenere conto delle necessità di tutti, a partire naturalmente dai commercianti, per arrivare a una sintesi. Sappiamo che qualsiasi decisione ne verrà, ci sarà qualcuno che non sarà contento, ma è impossibile soddisfare tutti».
È verosimile che stanti le idee che caratterizzano questa giunta e le linee fissate nel programma di governo della città, il Corso possa essere chiuso o comunque aperto in misura minore? «Credo di sì - risponde l’assessore - presumo che in ogni caso si arriverà a consentire un transito a tutti in misura certamente più ridotta rispetto alla situazione attuale. Del resto, guardiamo alle altre città vicine, come Padova o Ferrara: hanno Ztl e zone pedonali ben più estese, e sono piene di gente che cammina. I parcheggi a ridosso del centro, che è più piccolo, li abbiamo e comunque si opererà anche sul fronte del trasporto pubblico, magari con piccoli bus, anche ecologici, che portino nel centro della città». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino