Traffico di migranti verso l'Italia: sgominata una gang di finti ambulanti

Traffico di migranti verso l'Italia: sgominata una gang di finti ambulanti
TRIESTE - La Polizia di Frontiera di Trieste ha eseguito, con l’ausilio di personale delle Squadre Mobili di Napoli, Venezia, Trento, Bergamo, Milano e Treviso due ordinanze...

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TRIESTE - La Polizia di Frontiera di Trieste ha eseguito, con l’ausilio di personale delle Squadre Mobili di Napoli, Venezia, Trento, Bergamo, Milano e Treviso due ordinanze di custodia cautelare nel Trevigiano per il reato di favoreggiamento pluriaggravato dell’immigrazione clandestina nei confronti di un  pakistano ed un indiano (H.I. e S.P.), rispettivamente di 33 e 52 anni, con regolare permesso di soggiorno in Italia, residenti in Veneto, dove svolgono l’attività di venditori ambulanti.


 A Napoli invece, è stato tratto in arresto un pakistano di 25 anni, con permesso di soggiorno in Italia quale richiedente protezione internazionale. Gli arresti si collocano nell'ambito dell'operazione "Altipiano Carsico" che ha visto Trieste e il Carso crocevia di migrazioni irregolari provenienti dal Pakistan. L'operazione trae origine da quella denominata “Barcola”, dove è avvenuto il rintraccio di 37 migranti irregolari di origine pakistana e indiana, e ha consentito di smantellare un sodalizio criminale transnazionale che favoriva l'immigrazione clandestina di cittadini pakistani verso l’Italia attraverso la cosidetta “Rotta balcanica”. A giugno 2018 infatti un passeur pakistano di 37 anni - con regolare permesso di soggiorno in Italia -  dopo aver superato il confine italo - sloveno, aveva introdotto 36 migranti di nazionalità pakistana, trasportandoli all’interno del vano merci di un furgonato. Li aveva fatti scendere in Costiera per poi dileguardi ma poco dopo era stato intercettato dalla Polizia. 

Le successive indagini, coordinate dal sostituto procuratore Massimo De Bortoli della Direzione Distrettuale Antimafia di Trieste e sviluppate dal Settore Polizia di Frontiera di Trieste, hanno avuto una svolta decisiva a maggio dimostrando il coinvolgimento nell’episodio delittuoso di cittadini pakistani ed indiani, facenti parte del medesimo sodalizio criminale. E' emerso infatti che gli organizzatori avevano commissionato al cittadino pakistano il trasporto irregolare del corposo gruppo di migranti, dietro il compenso di 2000 euro e che  il giorno precedente al rintraccio i due pakistani facenti parte della organzzazione, avevano condotto il loro connazionali “passeur” per un sopralluogo in un bosco a ridosso del confine tra Italia e Slovenia, al fine di portare dei generi di conforto ai migranti colà nascosti, in attesa di varcare illegalmente la frontiera. Gli organizzatori, inoltre, consegnavano all’autista il veicolo da utilizzare per il trasporto ed una scheda telefonica “pulita” di un gestore di telefonia mobile bosniaco, con la quale intrattenere le conversazioni circa l’andamento del viaggio.


Le successive indagini, hanno dato conferma al network criminoso a cui sono stati imputati numerosi trasporti effettuati lungo la "Rotta balcanica” tra Bosnia-Erzegovina, Croazia, Slovenia ed Italia, stimabile in circa un centinaio di cittadini pakistani, clandestinamente introdotti nel nostro Paese attraverso la zona transfrontaliera dell’altopiano carsico. Sono in corso le ricerche in Italia di altri due cittadini pakistani destinatari di misure restrittive, al momento irreperibili. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino