PADOVA - Associazione a delinquere finalizzata alle truffe, al traffico illecito di animali da compagnia, alla falsificazione e alterazione di certificati e autorizzazioni...
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Il sostituto procuratore Benedetto Roberti ha formalmente chiuso le indagini condotte dagli uomini della squadra mobile. Rischiano di finire sotto processo i presunti capi dell’organizzazione Eugenio Merighi, 58 anni, di Bologna, chiamato dagli animalisti "Lupo Bandito", e Teofil Sorin Malos, romeno, di 46 anni, residente a Carpi (Modena), la veterinaria Emma Fanfani, 33 anni, di Impruneta (Firenze), ancora Cristian Bellelli, 41 anni, di Correggio (Reggio Emilia), Norma Ferrari, 64 anni, pure di Correggio, Pamela Grassi, 32 anni, di Moglia (Mantova), Antonino Licastro, 56 anni, di Carpi, Gianni Lombardi, 40 anni, di Forlì, Alessandro Lulli, 38 anni, di Grosseto, Francesco Ruocco, 58 anni, pure di Grosseto, Csaba Zsember, 38 anni, ungherese e Giorgio Zecchinato, 59 anni, di Due Carrare, che ha però chiuso oltre un anno fa il suo allevamento di cani dedicandosi ad altre attività.
Gli animali venivano importati clandestinamente dall’Ungheria e attraverso i siti internet messi sul mercato italiano. Un business da centinaia di migliaia di euro scoperto dagli agenti del vicequestore Marco Calì.
Tutto era iniziato nel 2010 quando un agente della Mobile, esperto di cani, voleva acquistare un cucciolo di Volpino di Pomerania per la figlia. L’aveva trovato su internet, ma quando il venditore gli aveva dato appuntamento all’uscita di un casello autostradale per l’acquisto si era insospettito. Erano scattate le indagini, suffragate nel frattempo da una serie di denunce, anche di clienti padovani. Tutti avevano acquistato un cucciolo di cane attraverso il sito www.annuncianimali.it e dopo qualche giorno il cagnolino si era ammalato ed era morto. Nell’arco di tre anni di indagini la Mobile ha sequestrato, all’interno di camion provenienti dall’Ungheria e in allevamenti tra Veneto, Toscana e Emilia Romagna, quasi duecento cuccioli di cani e di gatti. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino