BELLUNO - Situazione di necessità? Motivi di salute? Forse pensava di giustificarsi così un giovane feltrino con problemi di tossicodipendenza, quando è...
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Stesso reato è stato contestato al consumatore del Basso feltrino che, per autofinanziarsi l’acquisto di stupefacenti, si era reinventato “pusher” e andava a spacciare a domicilio. Per lui è scattata anche l’accusa di cessione di stupefacenti. Sono le storie ai tempi del coronavirus dei bellunesi con problemi di tossicodipendenza, che rinchiusi in casa non riescono a procurarsi la droga. I due feltrini sono seguiti dagli avvocati Liuba D’Agostini e Roberta Resenterra di Feltre.
IL CASO
L’avvocato D’Agostini che si occupa prevalentemente di diritto penale ha iniziato fin dal 9 marzo a ricevere richieste di chiarimenti da parte dei propri clienti sulla possibilità di effettuare spostamenti all’interno del territorio nazionale. Il primo caso che le si è presentato è quello del giovane tossicodipendente denunciato dalla Polfer a Padova. «Purtroppo - afferma l’avvocato D’Agostini - la fattispecie penale contestata al cliente è legittima anche se umanamente sono situazioni delicate e difficili da gestire in questo momento storico, dove anche i Servizi sono limitati e non riescono, a causa della situazione contingente e urgente, a fornire un ausilio costante e continuativo».
“PERDONATI”
Il trasloco si può fare, ma non insieme. Lo hanno imparato a loro spese, in un comune feltrino, padre e figlio che stavano procedendo in auto insieme per andare a effettuare il trasloco da un’abitazione in affitto all’abitazione appena acquistata dal figlio. Nei giorni scorsi sono stati fermati per un controllo. «Erano entrambi all’interno del comune di residenza - spiega l’avvocato Liuba D’Agostini -, ma in auto insieme e senza i dispositivi di protezione individuale. Anche se la contestazione dell’inosservanza del provvedimento dell’Autorità per ragioni di igiene sarebbe stata legittima, ai carabinieri, che hanno effettuato il controllo, è stato spiegato il motivo dello spostamento. I militari hanno ritenuti sussistenti i giustificati motivi di necessità, evitando di procedere giudizialmente, ma invitando a non viaggiare insieme in auto e limitando al massimo gli spostamenti».
MAI MENTIRE
L’avvocato D’Agostini evidenzia come sia ancor più grave dichiarare il falso al pubblico ufficiale, sostenendo giustificazioni degli spostamenti non rispondenti a verità. «È un altro reato che in questo periodo viene sempre più frequentemente contestato - spiega l’avvocato - ovvero l’articolo 483 del codice penale».
IL FUTURO
«In questi giorni stiamo raccogliendo il patema d’animo di molte persone - conclude l’avvocato - che non sanno come comportarsi. E poi purtroppo tanti clienti sono presi dallo sconforto quando li avvisiamo che le udienze fissate, a causa del difficile periodo emergenziale, vengono forzatamente rinviate, quando attendevano da tempo di poter far valere i loro diritti e richiedere giustizia. Stiamo riscontrando sempre più frequentemente un problema di tipo psicologico che viene a sommarsi a tutti i problemi precedenti e a quelli contingenti legati alla modifica forzata delle abitudini di vita e di lavoro, che noi come legali avvertiamo. Non abbiamo però le competenze e gli strumenti per riuscire a gestire».
Olivia Bonetti Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino