Scorre il vetriolo sulla rottura “premeditata” di Flavio Tosi

Faccia a faccia rovente fra Tosi e Zaia
VERONA - Il 17 febbraio scorso, un mese prima dello strappo tra Flavio Tosi e Matteo Salvini, veniva registrato un sito Internet così denominato: Tosipresidente.it. ...

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VERONA - Il 17 febbraio scorso, un mese prima dello strappo tra Flavio Tosi e Matteo Salvini, veniva registrato un sito Internet così denominato: Tosipresidente.it.


Dunque, quello del sindaco di Verona è stato un "teatrino"? Aveva programmato da tempo la rottura per candidarsi in Regione? O di quel sito, come ha sostenuto ieri, Tosi non sapeva niente perché qualcun altro l’ha fatto a sua insaputa?

La nuova puntata delle beghe padane nasce con Dagospia: la pubblicazione web di retroscena a cura di Roberto D’Agostino rivela che «Flavio Tosi aveva deciso di uscire dalla Lega e candidarsi contro Luca Zaia ben prima del 14 marzo quando, nel corso di un drammatico faccia a faccia fra i leader del Carroccio, il segretario federale Matteo Salvini ordinò il commissariamento della segreteria veneta».



Dagospia esibisce come prova la registrazione del dominio "Tosipresidente": la data è il 17 febbraio, l’autore della registrazione è Alessandro Scardino. Trattasi dello stesso Scardino da Verona, della società "Pensiero Visibile", che aveva curato la presentazione di "Ricostruiamo il Paese" al PalaBam di Mantova nell’ottobre 2013, Fondazione che doveva gettare le basi alla candidatura di Tosi alle primarie del centrodestra nazionale. Dunque, prima ancora di essere cancellato dalla Lega, Tosi sapeva che si sarebbe candidato? E sempre Dagospia, a testimoniare che la discesa in campo era «premeditata», racconta che «quando le agenzie della Lega sono andate dai concessionari a prenotare gli spazi per le affissioni hanno scoperto che gli emissari di Tosi avevano già prenotato gli spazi da metà gennaio».





Per mezza giornata le accuse si sprecano. «Gli spazi elettorali per Tosi presidente della Regione prenotati due mesi fa, qualcuno aveva già scelto Alfano contro Zaia», è la rasoiata di Salvini. «La rivendicazione dell'autonomia della segreteria veneta era solo una scusa», dice il capogruppo del Carroccio alla Camera, Massimiliano Fedriga. «Il gioco del finto martire è finito», rincara il capogruppo al Senato Gian Marco Centinaio. «Si capiva da tempo che Tosi avesse la volontà di lasciare la Lega. Adesso c'è la certezza», dice l'eurodeputato Lorenzo Fontana. E il sindaco di Padova, Massimo Bitonci: «Tosi non si candida per vincere, ma per cercare di far perdere Zaia. In cambio potrebbe ottenere, dagli amici del Pd, una 'carega' a Roma».



«Sconcerto e stupore», dice la senatrice vicentina Erika Stefani. Interviene anche il candidato governatore del M5S, Jacopo Berti: «Tosi ha preso in giro i veneti».

Dunque, una recita? Lo staff di Tosi nega: «Non abbiamo registrato noi il dominio, non ne sapevamo nulla». Su Facebook arriva la precisazione di Scardino: «Da anni, occupandomi di comunicazione, acquisto domini internet, a titolo personale o per la mia società. La cosa è più che normale per chi fa il mio lavoro: si prova ad anticipare i tempi, qualche volta va bene e qualche altra no».



E gli spazi pubblicitari prenotati da due mesi? «L'ennesima balla di Salvini - sbotta Flavio Tosi - Il contratto per i miei spazi elettorali è stato siglato questa mattina (ieri, ndr). La paura fa novanta se stanno diffondendo notizie false. Tant'è vero che per gli spazi di pubblicità occupati da gigantografie e quant'altro di Zaia, che hanno monopolizzato il Veneto intero, stanno spendendo una cifra colossale, non meno di mezzo milione di euro finora e presumibilmente un milione alla fine di aprile, termine del contratto di affissione».


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Il Gazzettino