La torre in viale San Marco: «Ecco perché serve a Mestre» Come sarà? Foto

La torre in viale San Marco: «Ecco perché serve a Mestre» Come sarà? Foto
MESTRE - Una nuova piazza da realizzare usando 521mila euro di oneri di urbanizzazione. Spulciando la documentazione riguardante la riqualificazione dell'ex campo da calcio...

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MESTRE - Una nuova piazza da realizzare usando 521mila euro di oneri di urbanizzazione. Spulciando la documentazione riguardante la riqualificazione dell'ex campo da calcio della Real San Marco, in cui spicca il controverso progetto di una torre ad uso residenziale altra 70 metri, emerge come l'intervento includa anche il completo rifacimento dell'area verde di proprietà Ater antistante la chiesa di San Giuseppe, attualmente recintata e inaccessibile in quanto inquinata dalla presenza di metalli pesanti ed idrocarburi altamente tossici che il dilavamento pluviale non ha minimamente scalfito.

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DOPPIO SAGRATO
Il progetto della nuova piazza contenuto nell'accordo pubblico-privato tra Amministrazione comunale e Genuine srl (la società proponente), è stato avanzato dalla Giunta in previsione dell'incasso di oltre mezzo milione di euro a titolo di oneri di urbanizzazione qualora andasse in porto l'intera trasformazione dell'area dell'ex campo da calcio: un intervento del valore di 22 milioni di euro che, oltre alla torre da 70 metri, prevede l'insediamento di un centro commerciale. L'intento è quello di cogliere l'occasione per riqualificare ed ampliare l'area attigua al sagrato della chiesa di San Giuseppe che attualmente è delimitata da viale San Marco e che, in base al rendering del progetto, si estenderebbe anche sul lato opposto del viale attraverso una nuovo spazio alberato e lastricato esteso circa 4.500 metri quadri.


LA COMMISSIONE
I dettagli del progetto sono stati illustrati ieri mattina durante i lavori della V Commissione consiliare, nella quale sta proseguendo la discussione sulla controversa riqualificazione dell'ex campo da calcio. «Abbiamo proposto di usare questi soldi per realizzare una piazza piastrellata, ma se su questo dovesse mancare un accordo nulla impedisce che si possa ricavarne uno spazio verde - ha spiegato l'assessore all'Urbanistica Massimiliano De Martin , anche se faccio notare che a pochi passi da lì si trova il parco di San Giuliano e che una piazza è un luogo di aggregazione pubblica che in quella parte della città è sempre stato assente e che ci è stato richiesto e proposto dalla stessa cittadinanza». «Tutto ciò che comporta una bonifica di un'area inquinata non può che trovarci d'accordo ha osservato la consigliera fucsia Giorgia Pea e voglio ricordare che l'intera area di cui si sta discutendo, compresa quella che prevede la realizzazione della torre, da anni è un enorme acquitrino abbandonato e mal frequentato. Semmai serve una seria valutazione sull'opportunità di inserire l'ennesimo centro commerciale in un'area come quella di viale San Marco in cui ci sono già decine di negozi chiusi».


«FUORI DAL PAT»
Le obiezioni fin qui espresse in V Commissione (e dai comitati di residenti ) non riguardano solo l'area commerciale, ma anche e soprattutto l'edificazione di una torre residenziale alta 70 metri, rispetto alla quale il consigliere Gianfranco Bettin, e poi il Pd Paolo Ticozzi, ha lanciato un monito ben preciso: «Il progetto della torre è illegittimo perché viola palesemente il Pat, cioè il Piano di assetto del territorio, che impegna l'amministrazione a tutelare una serie di realtà urbanistiche e ambientali, incluso il Villaggio San Marco». Le altre aree tutelate sono la CittaGiardino a Marghera, la CittaGiardino al Lido, il Rione Piave, il Villaggio Laguna a Campalto, il Villaggio Sartori lungo il Terraglio e le case dei ferrovieri a Mestre. «È del tutto evidente - riprende Gianfranco Bettin - che il progetto in discussione contrasta con quanto previsto dalla norma: la torre, di oltre 70 metri d'altezza, stravolge profilo e articolazione del quartiere. Comprendo bene la difficoltà di questa amministrazione di trovare una soluzione di qualità al problema dell'inquinamento di quell'area ha concluso Bettin , ma ciò non toglie che la soluzione proposta sia sbagliata perché si tratta di un intervento pesante e irreversibile che rischia di cambiare completamente la fisionomia e l'assetto storico di un intero rione e del suo tessuto economico e commerciale».

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Il Gazzettino