OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
TORRE DI MOSTO - L'anguilla è considerata ormai una specie sempre più in "pericolo critico di estinzione" e per tale ragione un Regolamento del Consiglio Europeo, il 2023/194 del 30 gennaio 2023, ha stabilito tre mesi aggiuntivi di fermo pesca estendendolo quindi da gennaio a giugno su tutto il territorio nazionale. Ma solo per l'anno in corso. Regolamento recepito e applicato dall'Italia, creando preoccupazione in quei piccoli territori dove sull'anguilla, negli anni, si è costruita una lunga tradizione gastronomica, ma anche di economia.
PESCA DI NICCHIA
A Torre di Mosto risiede Dario Caovilla, l'ultimo pescatore di professione che ancora percorre le acque della Livenza con la sua barca per guadagnarsi da viver, soprattutto pescando il "bisàt" con i bartovelli. «Non comprendo questa decisione impartita dall'alto è lo sfogo sommesso di Caovilla Io faccio questo mestiere da 40anni, con attrezzature particolari, e questo fermo prolungato mi sta mettendo in crisi».
MANIFESTAZIONI RINVIATE
«Il fermo pesca ci costringe a far slittare l'inizio della rassegna probabilmente a fine agosto spiega Ortoncelli E nel periodo che precede gli appuntamenti gastronomici a base di bisàt con i ristoratori, organizzeremo proprio degli eventi ad hoc per sensibilizzare sul tema. Primo fra tutti un convegno con politici, biologi e pescatori per confrontarci su decisioni come quelle assunte dal Consiglio Europeo. Sarà importante coinvolgere anche le scuole sul tema della fragilità di questa specie».
LE SOLUZIONI
Nel frattempo, Ortoncelli e Caovilla tentano di cercare delle soluzioni sostenibili al reperimento della preziosa risorsa che ogni anno richiama nei ristoranti persone anche da altre regioni. Qualche giorno fa si è tenuto in municipio anche un incontro della Comunità Slowfood del bisàt della Livenza, con ristoratori e pescatori per un confronto sulla situazione critica. «Tra le proposte che ho avanzato continua Ortoncelli c'è quella di prelevare delle anguille di allevamento e introdurle nel fiume per "purificarle". L'anguilla della Livenza, infatti, è più buona perché l'acqua fredda, corrente, non fangosa, contribuisce a conferirle un sapore unico». Una proposta che non ha visto però tutti i ristoratori favorevoli, per il rischio di "declassare" la qualità della pietanza.
Leggi l'articolo completo suIl Gazzettino