TREVISO - Un'ora e mezza di attesa in coda per arrivare ai binari, con lui la moglie e due bambini di 7 e 9 anni, poi lo sconforto prende il sopravvento: torniamo...
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Tutto è iniziato con la decisione di andare in stazione, biglietto già pagato alla mano, per prendere il treno da Treviso allo scalo di Albaredo (Vedelago), dove era stata parcheggiata l'auto. La famiglia si avvia, la folla è tanta, ma la scena che si trovano davanti è «allucinante»: «Mai, mai, avrei pensato a qualcosa del genere», racconta sconcertato il papà-alpino. Sono passate da poco le nove di sera. La calca è mostruosa, non c'è un angolo di stazione libero, i bambini sono ammassati - «ho visto tanti genitori con i bimbi piccoli sulle spalle, per salvarli dall'assembramento di gente» - dopo un'ora e mezza paralizzati in fila i quattro fanno dietrofront. Venti minuti di camminata verso l'accampamento che li aveva ospitati, in viale della Repubblica. «E qui abbiamo cominciato a cercare un passaggio: niente. Poi finalmente un amico ha chiamato un tassista di sua conoscenza». Erano le 22'30, il tassista dice che sta facendo avanti e indietro con clienti nella medesima situazione, ma che verrà a prenderli appena possibile. Un colpo di fortuna, considerando i tanti che si sono trovati nell'impasse, incapaci di tornare a casa in treno e senza alloggio, costretti perfino a dormire in stazione. Fatto sta che, intorno alle 23'45, moglie e figli sono riusciti a salire sul taxi, con ancora in mano quel biglietto del treno inutilizzabile. Costo dell'operazione? Cinquanta euro, certo, sarebbero stati 56, ma vista l'emergenza il tassista ha fatto uno sconto. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino