SAN QUIRINO - La luce è stata ripristinata domenica, mentre la salma di Corrado De Pellegrin veniva portata in obitorio. Con una nota Enel, manifestando tristezza e...
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Ma gli amici di De Pellegrin non si danno pace. «Domenica è toccato a lui, domani potrebbe toccare a qualcun altro», dice Paolo Meiorin. La morte del cinquantacinquenne è stata causata con ogni probabilità dal monossido di carbonio. Saranno gli esami tossicologici a confermare l'ipotesi avanzata dal medico legale Barbara Polo Grillo, nel frattempo i Carabinieri hanno sequestrato una stufa di ghisa che De Pellegrin aveva rispolverato prima di Natale e sistemato in camera. A contribuire alla morte, poco dopo la mezzanotte tra sabato e domenica, potrebbe essere stato anche il generatore di corrente alimentato a benzina, che un amico gli aveva prestato nell'attesa che nella casa di San Foca, fosse ripristinata la corrente. Quando sono arrivati i Carabinieri, il generatore era spento, in quanto i 10 litri di benzina regalati da un amico, si erano esauriti. Era stato sistemato in una stanza attigua alla cucina. La porta, che comunica con il vano scale, era aperta, per questo si sospetta che le esalazioni di monossido possano aver raggiunto la camera in cui De Pellegrin dormiva con il cane.
Gli amici con molta probabilità presenteranno una denuncia contro l'Enel. «Corrado sostiene Paolo Meiorin non viveva nel lusso ma, grazie all'aiuto di alcuni conoscenti, era sempre riuscito a pagare le bollette. Ci sta che per un errore dei terminali la luce possa momentaneamente essere staccata, ma è inconcepibile che, pagamenti in mano, il servizio non venga ripristinato in poche ore. Non è possibile che per una settimana Corrado sia stato senza luce e acqua: è una vergogna. Stiamo costituendo un gruppo per promuovere un'azione legale nei confronti di Enel». Ci sono altri particolari che stanno emergendo nelle ultime ore. A raccontarli, con la voce rotta dalla commozione, è lo stesso Meiorin. «Quando Corrado è rimasto senza corrente afferma gli amici più stretti lo hanno aiutato a dimostrare che non c'erano bollette da pagare. Anzi nei confronti di Enel vantava un credito. Abbiamo inviato almeno tre fax a un numero che non corrispondeva mai a quello dell'ufficio che si occupa dei riallacci. È stato perso tempo, tra carte che dovevano essere vagliate e promesse mai mantenute, di riattivare il servizio in tempi rapidi. La battaglia di Corrado si è conclusa domenica. Nella solitudine e nell'indifferenza, servizi sociali compresi, di chi avrebbe dovuto tutelare una persona disagiata». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino