Ormelle. Trova la tomba del prozio morto durante la Seconda Guerra Mondiale, una ricerca durata 14 anni

Silvio Piccoli ha trovato la tomba del prozio
ORMELLE (TREVISO) - Gli ci sono voluti 14 anni di ricerche ma alla fine Silvano Piccoli è riuscito a portare un fiore sulla tomba del suo prozio, morto durante la Seconda...

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ORMELLE (TREVISO) - Gli ci sono voluti 14 anni di ricerche ma alla fine Silvano Piccoli è riuscito a portare un fiore sulla tomba del suo prozio, morto durante la Seconda Guerra Mondiale. Lì, nel cimitero a Francoforte in Germania, sul modesto cippo ha collocato la foto del soldato Giuseppe Beltramini, insieme alla medaglia d’oro alla memoria che gli era stata assegnata nel 2023. «Mentre lo commemoravo – racconta – ho fatto suonare le note del “Silenzio”. Mi è sembrato doveroso». La commozione è stata profonda, unita alla gioia di essersi potuto finalmente inginocchiare nel luogo dove riposano le spoglie del prozio, del quale la famiglia aveva perso le tracce. Fino al 2010.


LA DECISIONE
All’epoca Silvano Piccoli aveva 19 anni e venne a sapere dell’esistenza dell’albo d’oro dei caduti della Seconda Guerra Mondiale. Decide di tentare di rintracciare dov’era sepolto il prozio; la nonna del giovane, che poi era la sorella di Giuseppe Beltramini, aveva sempre sperato che un giorno ritornasse. In tempo di guerra ogni sera usciva con un piatto di cibo e lo lasciava nei vigneti. Nel 1945 diversi furono i prigionieri che riuscirono a fuggire a piedi dalla Germania, se la cavarono grazie anche al supporto della popolazione, delle persone di buon cuore che li rifocillavano in anni in cui il cibo era scarso per tutti. Silvano scrive agli archivi, ma le risposte non sono certo veloci. È un filo lunghissimo che si dipana pian piano.
Nato a Ormelle nel 1914, il giovane Giuseppe Beltramini venne arruolato nel 1937, apparteneva al 154° Battaglione Mitraglieri.
Sotto le armi si ammalò e rientrò nel suo reparto nel 1942. Venne spedito nei Balcani, s’imbarcò a Bari e raggiunse Dubrovnik. L’8 settembre del ‘43 fu catturato dai tedeschi e fatto prigioniero. Inizia così una vicenda tristissima che vede Beltramini accomunato ad altre migliaia di soldati fatti prigionieri e costretti a lavorare in Germania. Le ricerche fatte dicono che Beltramini era addetto allo scarico dei vagoni di legname per la miniera “Robert Muser”. Il 15 gennaio del ‘45 gli Alleati bombardarono la miniera e il povero Giuseppe perse la vita sotto le bombe. Le spoglie riposano nel cimitero militare d’onore italiano a Francoforte sul Meno, nella regione tedesca dell’Assia.


LA CONCLUSIONE


Silvano Piccoli lo scorso weekend si è inginocchiato sulla tomba. Fra gli alberi e il silenzio ha deposto una rosa, accanto la medaglia d’oro. Traboccante d’emozione il cuore del giovane pronipote, che finalmente ha vista conclusa la sua lunghissima ricerca, mostrando profonda sensibilità e rispetto verso coloro che non ci sono più. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino