Toldo 20 anni dopo: «Quei rigori parati a De Boer, così feci piangere l'Olanda»

Toldo 20 anni dopo: «Quei rigori parati a De Boer, così feci piangere l'Olanda»
«Frank De Boer tira ora. Toldo gli ha parato il rigore nel primo tempo.... E glielo para ancora». Due, in poco più di due ore. Bruno Pizzul, storica voce Rai,...

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«Frank De Boer tira ora. Toldo gli ha parato il rigore nel primo tempo.... E glielo para ancora». Due, in poco più di due ore. Bruno Pizzul, storica voce Rai, risuona ancora come una litania mandata a memoria.

Poi la sassata di Stam sopra la traversa e a chiudere una storia perfetta - intervallata dal palo e dal gol (l'unico su un totale di sei rigori tirati contro la porta) di Kluivert - ecco la mano destra distesa a dire no anche a Bosvelt. Tre rigori.
Tre parate eterne.

IL 29 GIUGNO 2000
Ci sono giorni che cambiano per sempre la storia dei giorni stessi. E per chi c'era, da quel 29 giugno 2000 ogni 29 giugno il giorno di Italia-Olanda, semifinale di Euro 2000.
Ma ancor di più è il giorno in cui un portiere, da solo, ha oscurato la sagace tattica di un allenatore, Dino Zoff, e ha messo in ombra l'epifania mondiale del genio di un campione che di lì a poco diverrà indiscusso, Totti.
Perché da vent'anni il 29 giugno è il giorno di Toldo Francesco, padovano trapiantato a Milano. Ex centravanti dell'Usma Caselle - piccola società alle porte della città del Santo - e portiere quasi per caso. Quando il destino ci si mette, sa già l'epilogo.
E allora ecco l'intera tela tessuta da anni portare ogni cosa ad Amsterdam, alla semifinale di Euro 2000.
Ad una titolarità arrivata certa con l'infortunio di Gianluigi Buffon in amichevole. Perché non c'era nulla da fare, quel giorno, tra quei tre pali, ci doveva essere lui.
Eupalla, in fin dei conti, aveva già deciso ogni cosa fin dal primo giorno in cui quel ragazzone si mise per la prima volta i guanti. Il 29 giugno 2000 Francesco Toldo avrebbe parato tutto.
Tre rigori e non solo, all'interno di una gestione di partita impeccabile.
LE SUE PAROLE
Ripensarci, vent'anni dopo, è tuffarsi nel passato. Certi di aver fatto un'impresa che nessuno scorderà mai.
E di questo Toldo ne è consapevole. Senza però dimenticare di essere stato la punta di diamante di un ingranaggio azzurro che in quel tardo pomeriggio olandese - contro i padroni di casa sospinti da uno stadio intero - ha funzionato senza sbavature.
«Porto dentro tanta felicità e tanto onore per aver vinto, insieme alla squadra, quella partita entrata a far parte della leggenda per com'è andata», risponde Toldo a Il Gazzettino.
Poi, la certezza che qualcosa nell'aria era già stato deciso.
«Ti dico - continua nel suo ricordo l'ex portiere di Ravenna, Fiorentina e Inter, dove vincerà lo storico triplete con Mourinho prima di dare l'addio al rettangolo verde - che mi ero immaginato e sapevo che sarebbe andata così già dalla sera prima».
Intuito.
Condizione imprescindibile per chi decide di recitare in un ruolo ingrato come quello del portiere.
Dove ci si salva d'istinto, mai distinto, dove la solitudine è la compagna quotidiana e anche il rispetto delle regole - essere l'unico a toccare il pallone con le mani senza eccitare gli arbitri o il Var - è un'altra forma di abbandono.
Eppure c'è chi il sogno lo annusa nell'aria e, dopo averlo vissuto, dopo essere diventato un simbolo e il protagonista di una partita leggendaria, trasforma le proprie parole in benzina per chi i desideri li tiene ancora nel cassetto, forse con la paura di guardarci dentro. «Invito i ragazzi a coltivare un sogno e a impegnarsi per raggiungerlo - dice ancora Toldo - Tutto è possibile basta aver alcuni valori tipici dello sport ad alto livello».

LA PARTITA
Quello che successe attorno a Francesco Toldo sul far della sera di vent'anni fa sono postille ad una storia perfetta che ha un protagonista delineato.

Il primo rigore parato a De Boer, poi l'espulsione di Zambrotta, le occasioni alla spicciolata degli attaccanti azzurri, il palo - sempre dagli undici metri - di Kluivert. Poi i rigori, Toldo e la sua epopea che ieri ha compiuto vent'anni. Perdemmo in finale, a partita finita, con la Francia. Ma di quella partita, che anche lei compirà vent'anni tra pochi giorni, si ricordano in pochi. L'orologio si è fermato per sempre al 29 giugno 2000. Quando Toldo ha riscritto la storia.
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Il Gazzettino