Venezia addio: molla tutto e va sui monti. La scelta i Anna Cicci, titolare di un B&b a Cannaregio. «La città è invivibile»

Direzione Belluno, più precisamente il Nevegal: «Lontano dal caos, dalla confusione, dalla maleducazione, dall'indecenza, dall'assenza di rispetto delle minime regole della convivenza civile»

La facciata del bed and breakfast della signora Cicci
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VENEZIA - «A Venezia non tornerò. Non la riconosco più come la mia città, quella in cui sono nata e cresciuta. Ho venduto tutto a luglio. Basta. Mi sono trasferita a Belluno, in un casa sul Nevegal, lontano dal caos, dalla confusione, dalla maleducazione, dall'indecenza, dall'assenza di rispetto delle minime regole della convivenza civile».

La scelta di Annalisa: addio Venezia

Annalisa Cicci di anni ne ha 67. Fino a un mese abitava in un palazzo del Cinquecento a Cannaregio in Rio Terà Farsetti, dal 2018 trasformato in b&b di pregio. «Un'attività che mi piaceva, che ho voluto insieme a mia figlia. In quell'edificio la mia famiglia ci abitava dal 1920 quando i miei genitori lo hanno acquistato. 

Turisti cafoni

Lo abbiamo chiamato Antico Portego e almeno fino a cinque anni fa si è potuto lavorare in maniera decente. Poi la situazione è precipitata. Ci siamo trovate a fronteggiare ospiti che definire incivili è ancora poco. Indiani, bengalesi, cingalesi ma anche di altre nazionalità che defecavano nei bidè e che si arrampicavano sui lampadari di Murano a sette metri, uno è persino caduto tirando giù tutto».

La signora Cicci è un fiume in piena: «C'erano anche i clienti buoni che però non riuscivano a dormire per il fracasso che veniva dalla calle fino a notte inoltrata con i locali per lo più gestiti dagli albanesi che se ne fregano di tutto. Ho fatto denunce, segnalazioni, proteste. Non è servito a nulla. Siamo state abbandonate a noi stesse. Sono amareggiata. Tanto.

Come si fa a ridurre così una città tanto bella e unica quanto fragile e indifesa?

Cosa ha fatto il sindaco Brugnaro, cosa sta facendo? Certo, responsabilità ne abbiamo anche noi veneziani che non ci siamo ribellati e che non rimproveriamo e riprendiamo chi scambia la nostra città per una latrina a cielo aperto e urina contro le porte o fanno fare la cacca ai bambini in calle. Si comporterebbero così a casa loro?».

Mollo tutto, fuga verso la montagna

La 67enne racconta che era sull'orlo dell'esaurimento e per questo ha deciso di mollare. Per riuscire a recuperare equilibrio interiore e tranquillità. «Lo ripeto, non è stato facile prendere questa decisione. Ma c'era di mezzo la salute mia e quella di mia figlia 37enne. Venezia è uno scrigno da scoprire eppure avevamo persone che prenotavano per una notte e stavano chiuse in camera tutto il giorno preoccupandosi solo che ci fosse il Wi-Fi gratuito dicendo che tanto non c'era nulla da vedere. Ma si può? Almeno qui si sta in pace. Mi hanno chiesto perché non avvio un b&b, No grazie, ho già dato. Sono stanca e delusa».E continua: «Io amo Venezia. L'ultimo regalo che le ho fatto è stato quello di cedere palazzo e attività a una società italiana seria e non all'asiatico di turno che si presentava con i contanti.

Ma ora Venezia è invivibile. Si ha paura a girare per le calli perché puoi incontrare il balordo di turno, rischi di essere rapinato.

A mia figlia è toccato in piazzale Roma: era con il suo ragazzo stavano parcheggiando e uno li ha minacciati e hanno dovuto consegnare la borsa con 350 euro. Lo hanno preso perché lei lo ha identificato dalle foto segnaletiche, ma l'episodio l'ha scossa nel profondo».

Cosa suggerisce? «Ci vorrebbero più controlli, di giorno e di notte. I vigili, i carabinieri, la polizia e anche la guardia di finanza. Devono operare insieme e in continuità. Per quanto mi riguarda ho trovato sensibilità e umanità nel personale di Actv».

 

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Il Gazzettino