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SAN ZENONE - Chiamano sempre lui. Ormai diventato un portafortuna da custodire ed esibire. A distanza di quattro anni, Fiorenzo Silvestri, ex assessore e consigliere provinciale, di professione imprenditore, è tornato al capezzale di un malato illustre: l'Augsburg, squadra bavarese di modesta classifica della Bundesliga, il massimo campionato di calcio tedesco. Silvestri non è un allenatore, non è un manager e non ha nemmeno un tocco di palla vellutato. Ma porta bene. E i tedeschi, evidentemente ben più scaramantici di quanto non vogliano ammettere, sono convinti che la sua presenza allo stadio basti per sollevare le disastrose sorti della squadra. E se ne convincono sempre più perché ogni volta che Silvestri assiste a una partita nello splendido stadio di Augusta, l'Augsburg vince. E la società ora lo vuole sempre presente. Ed è pronta a garantirgli il miglior posto in tribuna e l'albergo. Basta che si presenti.
AMULETO VIVENTE
«Quattro anni fa mi invitava allo stadio un mio cliente e piccolo sponsor della squadra - ricorda Silvestri - diceva che portavo fortuna. Ogni volta che andavo, vincevano. Mi ha anche pagato il soggiorno in albergo e la cena». E infatti i punti arrivavano. Poi il legame con l'Ausburg si è un po' raffreddato. Fino a questo settembre: «La squadra continuava a perdere, ha avuto un inizio di campionato disastroso. A un certo punto mi è arrivata una chiamata: era un addetto della società che mi invitava alla partita dicendo che gli ho sempre portato bene e che avrebbero offerto tutto loro, alloggio compreso». E così Silvestri si presenta in tribuna per la sfida col Borussia M'Gladblach, grande decaduta del campionato tedesco. «Ero un po' teso - ammette - mi sentivo osservato. E poi la partita non si sbloccava». E proprio mentre temeva che il tocco magico fosse perduto, la svolta: «Quando ormai mancava una manciata di minuti dalla fine, fanno gol.
TRATTATIVA CONTINUA
Dipendesse dai dirigenti tedeschi, Silvestri dovrebbe anche dormirci nello stadio, non solo assistere alle partite. Ormai è un amuleto vivente. E visto che i risultati non arrivano, prima di essere risucchiata nel vortice della retrocessione, la società sta cercando di convincerlo a seguire più incontri possibili: «Non posso mica andarci sempre - sorride - ho i miei impegni di lavoro. Però continuano a invitarmi, mi chiedono di tornare per i prossimi appuntamenti casalinghi. Del resto non hanno vinto nemmeno contro la penultima in classifica. E niente: l'unica vittoria resta la mia».
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