Tamponi e allenamenti ma niente vaccino, l'assurda corsa degli sportivi

Il Dipartimento prevenzione dell'Ulss sottolinea che i ragazzi sono l'anello debole del sistema-vaccinazioni
PADOVA - «Non abbiamo più tempo. Per evitare situazioni peggiori bisogna vaccinarsi. Lo dico soprattutto ai ragazzi. Possono venire nei punti dell’Ulss anche...

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PADOVA - «Non abbiamo più tempo. Per evitare situazioni peggiori bisogna vaccinarsi. Lo dico soprattutto ai ragazzi. Possono venire nei punti dell’Ulss anche senza prenotazione dai 12 ai 25 anni. Così come coloro che hanno più di 65 anni. Ma per tutti gli altri, anche per i trentenni che sono i più indietro, i padiglioni 6 e 8 della Fiera sono a disposizione nel giro di poche ore dalla prenotazione. Cioè si può prenotare la sera e avere il posto per il giorno dopo. Ormai l’organizzazione è rapidissima».


Parole della dirigente del dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 6, Lorena Gottardello. Questa della prenotazione istantanea è una novità rispetto ai vecchi tempi, quelli della primavera scorsa, nei quali i posti erano destinati addirittura dopo qualche settimana quando si aprivano gli slot. Ma soprattutto in fiera dove i due padiglioni sono gestiti uno dall’Ulss e uno dall’Azienda ospedaliera esiste una macchina da guerra capace di venti linee ciascuna in grado di iniettare un vaccino ogni sei minuti. Se per paradosso tutti coloro che mancano si prenotassero, potrebbero concludere il lavoro in meno di tre settimane.
«I dati dicono che entro agosto raggiungeremo il 70 per cento della popolazione con due dosi, mentre il 79 per cento ha già una dose. Credo che a fine ottobre saremo all’80 per cento, il target fissato. Ma non parliamo di immunità di gregge, quella vale per malattie stabili, questa non lo è. Qui si deve vaccinare il maggior numero di persone possibili».


IL FENOMENO
I ragazzi si sa sono l’anello più delicato. Sono asintomatici nella maggior parte dei casi ma trasmettono moltissimo. «Purtroppo però stiamo assistendo a un fenomeno deprecabile. Sono iniziati gli allenamenti delle scuole calcio e delle squadre e vediamo sempre più ragazzi che vanno a farsi il tampone per poter accedere. Io non so se pensano di poter andare avanti così per tutto l’anno, con un tampone ogni 48 ore. Non sarebbe più facile fare il vaccino?» 
«Purtroppo molte famiglie pensano di aspettare l’inizio della scuola ma non sanno che in quel momento può essere troppo tardi. Un infettato può mettere in quarantena per dieci giorni tutta la classe e i professori. E allo stesso tempo se solo un paio sono vaccinati e il resto del gruppo no, è come se non avessimo fatto nulla. Vale anche per le gare con la squadra avversaria. Dovremmo mettere in isolamento anche quella. E che cosa succederà quando le palestre saranno a pieno regime o inizieranno le scuole di danza ad esempio?»
La conclusione è ovvia. «Non ci si vaccina mai solo per sè stessi, lo si fa anche per gli altri e adesso non ci sono più scuse per rimandare».


I DATI


Dal 15 luglio al 27 agosto durante il periodo di ferie i padovani hanno risposto alla chiamata. Sono 85.453 coloro che hanno fatto l’iniezione, oltre il 10 per cento della popolazione vaccinabile. Più di tutti i ragazzi dai 12 ai 19 anni. «La campagna è andata avanti bene in estate ma io vorrei che fossimo ancora più avanti - commenta la dirigente - Con l’accesso libero ci attendevamo più presenze di quelle che abbiamo avuto per essere oggi a una percentuale più alta. Io ad esempio non ho mai parlato di immunità di gregge perchè è una bella parola ma qui non c’è esperienza. Posso dire questo però: coprendo l’80 per cento della popolazione possiamo controllarlo. Il virus non sparirà ma avremo una buona protezione».

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Il Gazzettino