Regione, muro contro muro tra alleati sul terzo mandato

Il dem De Luca: «In Campania legge non recepita, quindi non ci sono limiti»

Luca Zaia e Alberto Stefani
VENEZIA - Terzo mandato, tra gli alleati di centrodestra è muro contro muro. Forza Italia non ne vuole sapere. Fratelli d'Italia tace, ma è evidente che non ha...

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VENEZIA - Terzo mandato, tra gli alleati di centrodestra è muro contro muro. Forza Italia non ne vuole sapere. Fratelli d'Italia tace, ma è evidente che non ha alcun interesse a "regalare" la guida di troppe Regioni alla Lega (Veneto) o al Pd (Campania, Emilia Romagna, Puglia). La Lega però insiste: «Io vado avanti», dice il segretario del Veneto, Alberto Stefani.


Stefani ha depositato un disegno di legge per modificare la legge 165 del 2204, quella che fissa a due il limite dei mandati ai mandati ai presidenti di Regione. Ma siccome Zaia non è al secondo, bensì al terzo mandato, Stefani ha aggiunto un articolo che di fatto consente anche il quarto mandato. «Io vado avanti - ha detto ieri Stefani - e subito apriamo una discussione con tutte le forze politiche». Non è escluso, in realtà, che la proposta di legge venga trasformata in un emendamento a un altro testo, ma è chiaro che è necessaria l'intesa tra gli alleati. Intesa che al momento non c'è. Mentre invece c'è l'accordo per il terzo mandato per i sindaci dei Comuni sotto i 15mila abitanti: «È buonsenso, in alcune piccole realtà è già bello trovare anche solo un candidato sindaco. Mi auguro prevalgano concretezza e ragionevolezza», ha detto Matteo Salvini in una intervista a QN. Ma di estendere la norna ai governatori, gli azzurri non ne vogliono sentire parlare.
Netto il capogruppo al Senato di Forza Italia Maurizio Gasparri: «Siamo contrari al terzo mandato per i governatori. La questione non è Zaia o non Zaia, poi se uno è un genio lo faranno senatore a vita o Premio Nobel. Non è una posizione contro Zaia, abbiamo massimo rispetto per il presidente del Veneto. Ma la posizione di Forza Italia è chiara: no al terzo mandato per i presidenti di Regione e per i sindaci delle grandi città». C'è da capire se al prossimo Consiglio dei ministri - probabilmente convocato giovedì - verrà sbloccato il tetto dei due mandati per i sindaci dei Comuni fino a 15 mila abitanti, che è stato stoppato la settimana scorsa ufficialmente perché finito in coda alla riunione.


IL PARADOSSO


Il paradosso è che ci sono governatori che invece potrebbero ricandidarsi a vita. E qui bisogna fare una premessa: il limite dei due mandati è stato fissato con legge nazionale nel 2004, ma nel Veneto questo limite è stato recepito con legge regionale nel 2012 a far data dalla legislatura successiva, cioè dal 2015. E infatti Zaia, eletto nel 2010, ora è al terzo mandato. Ma prima di lui c'era Giancarlo Galan, eletto nel 1995, nel 2000 e nel 2005. Nel 2005 la legge statale sui due mandati c'era, ma non essendo stata recepita a livello regionale, il limite non è scattato e infatti Galan ha fatto nuovamente il presidente. Ecco perché il governatore della Campania, dove una legge regionale sul mandati dei presidenti non c'è, dice che nel suo caso non ci sono limiti: «Noi - ha detto Vincenzo De Luca - non abbiamo problemi particolari, perché non abbiamo recepito una norma nazionale, quindi per quello che ci riguarda il terzo mandato scatta dopo il recepimento della norma nazionale. Quindi noi andiamo avanti di qui all'eternità». Per Stefano Bonaccini, Emilia Romagna, il tema andrebbe invece affrontato: «Nel momento in cui stanno decidendo il terzo mandato per i comuni sotto i 15mila abitanti, non si comprende perché non debba esserci anche per tutti i sindaci e presidenti di regione. Mi parrebbe una cosa che attiene alla logica e al buonsenso». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino