Terzo mandato, ecco la legge che dà il via libera a Luca Zaia

Luca Zaia e Alberto Stefani
VENEZIA - La premier Giorgia Meloni sul terzo mandato ha rinviato al Parlamento? E Alberto Stefani - che non è un deputato qualsiasi, ma è segretario della Lega-Liga...

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VENEZIA - La premier Giorgia Meloni sul terzo mandato ha rinviato al Parlamento? E Alberto Stefani - che non è un deputato qualsiasi, ma è segretario della Lega-Liga del Veneto oltre che presidente della Commissione bicamerale per il federalismo - l’ha presa in parola: ecco qua la proposta di legge. Due soli articoli, in tutto quattro righe, ma per una modifica sostanziale: i presidenti di Regione possono fare tre (e non più due) mandati consecutivi. Dettaglio tutt’altro che secondario: “Le disposizioni si applicano con riferimento ai mandati successivi alle elezioni effettuate dopo la data di entrata in vigore delle leggi regionali di attuazione”. Tradotto dal tecnicismo giuridico: Luca Zaia, che è già al terzo mandato, può fare il quarto, visto che la legge regionale veneta di attuazione è entrata in vigore - e da lì si parte per il conteggio - nel 2015. Sul terzo mandato la Lega, da Salvini in giù, è convinta. «È un’opzione di buonsenso, di rispetto della democrazia e del consenso territoriale - ha detto Stefani -. I governatori rappresentano un territorio ed è quel territorio a doverli eleggere. Se i cittadini vogliono premiare esperienza e competenza, nel solco della continuità, devono essere liberi di poterlo fare. La scelta deve essere degli elettori, mai vincoli imposti dagli eletti».

GLI ALLEATI

Ma come la mettiamo con gli alleati? Forza Italia con Antonio Tajani ha già detto che non se ne parla: non si fanno «leggi ad personam, neanche per Zaia». In Veneto il coordinatore Flavio Tosi era stato ancora più duro: «Zaia è poco coerente, è contro il tetto dei mandati dei presidenti di Regione, ma il tetto agli assessori l’ha messo lui nel 2012». È invece favorevole l’Udc con il senatore Antonio De Poli: «I nostri cittadini, gli elettori, hanno sempre ragione rispetto a chi intendano esprimere la propria fiducia. Ora la parola passa al Parlamento». E qui sarà da capire che atteggiamento terrà Fratelli d’Italia: «Io sono laica, vedo pro e contro», ha detto Meloni non più tardi di una settimana fa. Gelo, ieri, dal coordinatore veneto di FdI, Luca De Carlo: «Sono al Senato e non vedo tutte le proposte depositate alla Camera» (e non è che pochi giorni fa fosse stato più caloroso: «Dopo quindici anni gli stimoli possono diminuire ed è meglio lasciare spazio ad altri»).

LE REAZIONI

Solo una vicenda interna alla destra? Così dice la capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera dei deputati, la veneziana Luana Zanella: «Siamo di fronte ad una tappa della guerra interna alla destra per conquistare le Regioni e questa non è una base solida e adeguata per fare una legge valida». Ma la proposta di legge della Lega, se passasse, non agevolerebbe solo Zaia in Veneto. A beneficiarne sarebbero anche altri governatori oggi all’ultimo mandato, molti dei quali di sinistra e, dettaglio non ininfluente, assolutamente favorevoli al terzo mandato. Il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, esponente del Partito Democratico, l’ha ribadito l’altro giorno: «Il diritto dei cittadini di scegliere da chi essere governati non può essere messo in discussione dai burocrati di Roma». E Michele Emiliano, in Puglia: «Se ci sarà bisogno di me sarò molto felice di essere ancora utile». Per non dire di Stefano Bonaccini in Emilia-Romagna: «Il limite dei mandati non esiste per nessuna carica istituzionale, tranne che per i sindaci e i presidenti di Regione». Ma se Salvini, al netto delle trattative sarde, vuole blindare Zaia in Veneto, può Meloni “regalare” almeno tre Regioni alla sinistra e rischiare di lasciare FdI all’asciutto?

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Il Gazzettino