Terrorismo, il pm chiede per Bergamin due anni in più e niente prescrizione

Luigi Bergamin e Cesare Battisti
MILANO - Non dichiarare la prescrizione della pena per il concorso...

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MILANO - Non dichiarare la prescrizione della pena per il concorso morale negli omicidi del maresciallo Antonio Santoro e dell'agente della Digos di Milano Andrea Campagna, avvenuti nel 1978 e 1979. È questo in sintesi la richiesta della Procura di Milano nell'incidente di esecuzione che si è tenuto oggi davanti alla Corte d'Assise di Milano per discutere sulla dichiarazione di estinzione della pena per prescrizione avanzata dalla difesa di Luigi Bergamin, l'ex militante dei Pac che si è costituito il 29 aprile scorso dopo il blitz delle forze dell'ordine francesi che ha portato all'arresto su richiesta dell'Italia di 9 terroristi. Il pm dell'esecuzione Adriana Blasco ha proposto ai giudici, presieduti da Ilio Mannucci Pacini, non solo di non considerare prescritta la pena per il delitto dell'agente di polizia penitenziaria ucciso a Udine il 6 giugno di 43 anni fa, ma di valutare nello stesso modo anche i due anni inflitti in continuazione per il delitto di Campagna avvenuto nell'aprile successivo. Ciò, inoltre, secondo i calcoli, porterebbe a rideterminate la pena residua che passerebbe da 16 anni e 11 mesi a 18 anni e11 mesi. Il pubblico ministero, che aveva chiesto e ottenuto lo scorso 30 marzo dal giudice di sorveglianza Gloria Gambitta la declaratoria di delinquenza abituale per Bergamin in modo da interrompere la prescrizione, da quanto è trapelato dal procedimento che si è tenuto a porte chiuse, avrebbe fatto riferimento anche alle polemiche degli scorsi giorni e agli appelli di coloro che hanno sostenuto che non abbia senso eseguire la pena dopo così tanti anni. Avrebbe detto, rivolgendosi in particolare ai giudici popolari, che gli ex terroristi rifugiati in Francia dove hanno preso le distanze dal passato, avrebbero potuto cambiare anche prima costituendosi in Italia dove molti degli esponenti degli 'anni di piombò hanno usufruito di leggi, come quella sull'eversione, e ora, a parte gli irriducibili,  sono in semilibertà. La Corte milanese dovrebbe decidere entro 5 giorni. 

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Il Gazzettino