Isis, Islam e fanatismo, quei 7 sorvegliati speciali chiusi nel carcere di Padova

PADOVA - Passano anche dalle carceri i reclutatori di estremisti disposti a gesti clamorosi in nome di qualche dio. Nelle celle della casa di reclusione di Padova ci sono...

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PADOVA - Passano anche dalle carceri i reclutatori di estremisti disposti a gesti clamorosi in nome di qualche dio. Nelle celle della casa di reclusione di Padova ci sono sette sorvegliati speciali, tenuti sotto stretto monitoraggio dalla polizia penitenziaria. Si tratta di musulmani finiti dietro le sbarre per reati abbastanza comuni: spaccio di droga, furto, rapina, lesioni. Ma che una volta finiti in carcere, quasi fosse una palestra del jihadismo, iniziano un percorso che li può portare a posizioni così estremiste e fanatiche da trasformarli, una volta usciti di prigione, in mine vaganti pronte a gesti estremi in nome della loro appartenenza all'Isis.


A svelare la presenza di questi sette sorvegliati speciali all'interno del carcere padovano di via Due Palazzi, su un totale di oltre 550 reclusi, è Giampietro Pegoraro, coordinatore regionale Cgil penitenziari, che denuncia anche una carenza di formazione di chi è preposto a questo ruolo: «Pochi corsi e seminari sull'argomento. Abbiamo imparato a cogliere i segnali d'allarme perché ci siamo informati di nostra spontanea volontà».  Secondo il sindacalista, infatti, agli operatori dell'istituzione carceraria non sono ancora stati forniti ufficialmente gli strumenti per capire le diverse sensibilità, per prevenire atteggiamenti di fanatismo e per evitare che i soggetti più fragili si facciano affascinare da predicatori che riescono a far proselitismo proprio nei luoghi della detenzione, dove regna il disagio e l'isolamento sociale...
 
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Il Gazzettino