Terremoto, paura per un possibile sciame sismico: «E' un campanello d'allarme da non sottovalutare»

I dann nel Polesine durante il terremoto in Emilia
ROVIGO - «I terremoti non si possono prevedere, anche se statisticamente quando si verifica un evento di magnitudine 4,2, nei tre giorni successivi aumenta la...

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ROVIGO - «I terremoti non si possono prevedere, anche se statisticamente quando si verifica un evento di magnitudine 4,2, nei tre giorni successivi aumenta la possibilità di avere un altro terremoto simile o leggermente più grande, ma si parla di possibilità ridotte. Però non zero. L'indicazione più importante che arriva da questo evento è il segnale che viene dato: che il Veneto è sismico e non bisogna dimenticare la terribile sequenza del 2012 che ci trovò in parte impreparati, soprattutto la seconda scossa». L'avvertimento arriva dal professor Giulio Di Toro, del Dipartimento di Geoscienze dell'università di Padova, con un passato da pallavolista professionista di alto livello, tanto da vestire 25 volta la maglia azzurra della Nazionale al tempo guidata da Julio Velasco, che fra i propri ambiti di ricerca ha la meccanica dei terremoti.

VALUTAZIONI DA FARE
«Questo evento fa parte della sismicità conosciuta del settore del Veneto meridionale, associata al fronte appenninico che avanza verso nord di qualche millimetro all'anno. È un campanello di allarme che va raccolto come un invito a costruire e utilizzare le precauzioni necessarie per evitare conseguenze. Un terremoto 4,2 generalmente non produce danni, ma può far ballare i mobili in casa, è buona regola fissarli al muro. In quello che in geologia chiamiamo "materasso alluvionale", lo strato di sedimenti della pianura, le onde sismiche si propagano bene, è uno dei motivi per cui, nonostante l'energia moderata, si è sentito a grande distanza. Non è l'unico problema della pianura polesana, fra rischio alluvionale e subsidenza, ma è necessaria la consapevolezza dell'importanza di investire anche su questo fronte: se non si costruisce con criteri antisismici, c'è sempre il rischio che qualche solaio possa crollare. Il terremoto dell'Emilia del 2012 ha avuto una magnitudo di 6 circa ed è bene ricordare che fra un grado di potenza all'altro, come da 4 a 5, l'energia aumenta di 30 volte, quindi da 4 a 6 si tratta di 900 volte, 30 per 30. Di terremoti attorno al 4. grado in Veneto se ne verificano uno o due all'anno. Una zona è quella delle Pedemontana, l'altra è quella della pianura, fra Rovigo, Ferrara e Mantova, dove è riferibile alle strutture sotterranee, le cosiddette pieghe, che derivano, appunto dai movimenti dell'Appenino».

ZOLLE IN MOVIMENTO
È come se l'Emilia Romagna schiacciasse il Veneto verso le Alpi. Fenomeni impercettibili, a parte manifestazioni come quella di ieri. A proposito di pieghe ferraresi e del sisma del 2012, chi li ha studiati approfonditamente è il professor Riccardo Caputo, del Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra dell'università di Ferrara. In questo momento all'estero, ha subito approfondito l'evento.


«La sismicità in quella zona del Polesine è statisticamente bassa, ma non nulla. E terremoti di quella magnitudo, e anche qualcosa di più, possono venire. È un evento che ci possiamo aspettare, anche se non lo possiamo prevedere. Comunque anche un terremoto con magnitudo 5, se gli edifici hanno un minimo di progettazione antisismica, non dovrebbe far danni, quanto meno quelli strutturali, poi il vasellame che cade, le crepe nelle tamponature e qualche tegola che scivola giù, ci possono stare, ma difficilmente ci sono danni strutturali se non in casi eccezionali. Diverso è un terremoto di magnitudo 6, che nel 2012 ha fatto danni anche in quell'area. Il problema è la vulnerabilità del singolo edificio. La magnitudo è un valore logaritmico e un incremento di un'unità significa una crescita di 30 volte dell'energia rilasciata, quindi un terremoto 6 ha quasi mille volte più energia di un terremoto 4. In questo caso, si è trattato di un evento relativamente poco potente, ma abbastanza superficiale, e questo ha come conseguenza che le onde sismiche arrivano prima e con maggiore energia. È chiaro che gli accorgimenti non bastano mai anche per rendere le case più sismo-resistenti e che la libreria può cadere e va ancorata al muro».
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Il Gazzettino