​“Alta tensione” in Friuli dopo il “no” del Consiglio di Stato all’elettrodotto

​“Alta tensione” in Friuli dopo il “no” del Consiglio di Stato all’elettrodotto
UDINE - Dopo l’accoglimento dei ricorsi presentati da 7 Comuni del Medio Friuli e da molti privati, in secondo grado, innanzi al Consiglio di Stato, per la riforma delle...

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UDINE - Dopo l’accoglimento dei ricorsi presentati da 7 Comuni del Medio Friuli e da molti privati, in secondo grado, innanzi al Consiglio di Stato, per la riforma delle sentenze emesse dal Tar Lazio per l’annullamento della procedura per la realizzazione dell’elettrodotto in doppia terna a 380 Kv fra le stazioni elettriche di Redipuglia e Udine Ovest, in molti commentano, a partire dalla stessa Terna per cui, “per un vizio di forma il FriuliVg è a rischio blackout oggettivo”.








Per Terna gli effetti della sentenza causano, tra l’altro, problemi all’investimento, di 100 milioni di euro, di cui il 70% già spesi.



A favore della sentenza

Per M5S, invece, la sentenza dimostra «come i cittadini, insieme a quei sindaci che si sono dimostrati più vicini al proprio territorio, possono vincere anche nei confronti dei poteri forti». Per il sindaco di Palmanova, Francesco Martines, tra i ricorrenti, la sentenza “riapre i giochi”: «Ci troviamo a metà strada tra un paesaggio devastato e un grande rischio di impresa per Terna. La società avrebbe dovuto aspettare prima la sentenza del Consiglio di Stato e solo dopo dare il via ai lavori».

L’impresa ha sbagliato nell’accelerare i lavori prima della sentenza, trovandosi ora nella complicata situazione di porre rimedio a un’opera che tanti cittadini, e noi con loro, hanno sempre giudicato sfavorevolmente» ha detto Marco Duriavig, coordinatore regionale di Sel Fvg. «Sentenza limpida, e scontata visti i precedenti - commenta il sindaco di Mortegliano, Alberto Comand, - che colpisce l’impianto della procedura svoltarsi per l’autorizzazione dell’elettrodotto; di fatto è mancata l’azione del Ministero dell’ambiente per la tutela del paesaggio quale elemento fondamentale riconosciuto dalla Carta costituzionale. Con rammarico ricordo il rifiuto del Ministero stesso rispetto alla nostra richiesta di convocazione di inchiesta pubblica, come previsto dalla legge, dove le parti avrebbero potuto confrontarsi in una fase moto anticipata, ponendo fine a una procedura che non ha tenuto conto di possibili alternative, come l’interramento. Ciò avrebbe evitato gli evidenti danni a carico della collettività».







Per il Comitato Friuli Rurale (Aldevis Tibaldi), è una vittoria attesa. Per i contadini, che hanno invitato gli operai ad andarsene, l’attenzione in queste ore è massima. La tensione è molto alta. I piloni si vedono già alti nelle campagne e sono stati eseguiti diversi sopralluoghi da parte delle forze dell’ordine.



Contro la sentenza

Per la Regione Fvg lo stop è dannoso mentre i sindacati si spaccano: per i vertici della Cisl Udine l’elettrodotto aereo è un “mostro” (Roberto Muradore), per i vertici Fvg di Cgil Cisl e Uil il problema riguarda il lavoro delle aziende, che adesso deve essere stoppato. Contro la sentenza Confindustria e Abs.



Il precedente


Adesso l’iter dovrà ripartire daccapo. È il secondo “no” a un elettrodotto aereo ad altissima potenza in Friuli: l’altro riguardava il Wurmlach-Somplago, stoppato dall’Austria proprio perché aereo. In base agli studi di settore, il Fvg produce più corrente del suo fabbisogno. La questione adesso verte sull’interramento o meno della linea. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino