Riscaldamento centralizzato, case al freddo e svalutate per le valvole

Riscaldamento centralizzato, case al freddo e svalutate per le valvole
MESTRE - Si scalderanno di rabbia quando arriverà la prima bolletta del gas ma per ora sono al freddo, grazie alle termovalvole installate in migliaia di edifici. Per paura...

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MESTRE - Si scalderanno di rabbia quando arriverà la prima bolletta del gas ma per ora sono al freddo, grazie alle termovalvole installate in migliaia di edifici. Per paura della multa le assemblee hanno votato l’installazione dei dispositivi che rischia di costargli un salasso.

È il paradosso delle elettrovalvole, volute da una direttiva europea e da una legge dello Stato per “favorire il contenimento dei consumi energetici, attraverso la contabilizzazione dei consumi individuali di ciascuna unità immobiliare e la suddivisione delle spese in base ai consumi effettivi delle medesime”. Detta così suona bene ma per la maggior parte dei palazzi di Mestre rischia di essere un disastro.
Semplicemente perché il condominio tipo di questa città è stato costruito durante il “sacco” degli anni Sessanta del secolo scorso: case senza coibentazione, con le finestre piene di spifferi, con i radiatori a volte montati contro pareti di vetro invece che contro i muri. E gli impianti di riscaldamento erano pensati in modo che la diffusione generale del calore si raggiungesse attraverso le pareti degli appartamenti vicini, vale a dire che i piani in mezzo erano sempre caldissimi ma anche quelli più in basso e più in alto venivano scaldati.
Adesso, dove sono state montate le termovalvole, ogni condomino imposta la temperatura che desidera, col risultato che quelli in mezzo scaldano meno e quelli in basso e in alto, per avere un po’ di tepore, sono costretti a mettere il termostato al massimo, comunque con risultati scadenti. Senza contare che quegli appartamenti automaticamente si svalutano pesantemente.
Non a caso la legge 102 del 2014 impone l’installazione delle termovalvole ma solo dove la messa in opera è efficiente in termini di costi in rapporto ai benefici raggiunti.
Le assemblee di condominio, la maggior parte delle quali sono state indette alla scadenza dei termini di legge che era il 31 dicembre scorso poi prorogata al 30 giugno prossimo, avrebbero dovuto dare incarico agli amministratori di chiamare un termotecnico e fargli eseguire una diagnosi energetica per stabilire se le termovalvole e i contabilizzatori di calore sono utili o dannosi.
E invece pochi hanno fatto questo passaggio e quasi nessuno ha informato sull’esistenza di un’altra legge, il decreto del Presidente della Repubblica 412 del 26 agosto 1993 che già allora prevedeva l’installazione di sistemi termoregolatori ma la escludeva nelle case costruite prima dell’entrata in vigore, ossia del 1993.

La spesa non indifferente per le termovalvole, quindi, rischia di essere solo l’inizio: poi seguiranno le bollette e ulteriori costi per isolare gli appartamenti e avere un po’ di caldo. Facile prevedere anche un’impennata di cause per danni da parte dei condomini contro gli amministratori, anche se la legge non ammette ignoranza. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino