Terapia a protoni, la sfida ai tumori inoperabili: patto tra Cro e Cnao di Pavia

Terapia a protoni al Cro
PORDENONE - Il Cro di Aviano e il Centro nazionale di adroterapia oncologica di Pavia lavoreranno insieme allo sviluppo dell'impianto di protonterapia che sarà...

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PORDENONE - Il Cro di Aviano e il Centro nazionale di adroterapia oncologica di Pavia lavoreranno insieme allo sviluppo dell'impianto di protonterapia che sarà realizzato all'interno del Centro di Aviano e che consentirà l'impiego di fasci di protoni per il trattamento dei tumori. Gli esperti del Centro lombardo collaboreranno con il Cro per fornire indicazioni e consulenza sugli aspetti legati alla radioprotezione, ovvero alla schermatura dalle radiazioni delle aree adiacenti all'impianto che produrrà i protoni e che saranno frequentate dagli addetti ai lavori e dai pazienti. La collaborazione nasce dall'esperienza maturata dal Cnao, che ha trattato oltre 4.000 pazienti con tumori non operabili e resistenti alla radioterapia tradizionale utilizzando fasci di protoni e ioni carbonio, particelle pesanti, che a differenza dei raggi X utilizzati in radioterapia, sono in grado di colpire le cellule tumorali con precisione ancora maggiore e minore impatto sui tessuti sani circostanti. Cnao è uno dei tre centri italiani, insieme a quelli di Trento e Catania, in grado di effettuare trattamenti con protoni, ed è l'unica struttura in Italia e tra le sole sei al mondo a potere utilizzare anche gli ioni carbonio per patologie tumorali complesse. Il Cro è il primo istituto oncologico pubblico ad aver optato per la protonterapia: l'iter di realizzazione è iniziato nel 2020 ed è in fase di progettazione esecutiva. L'Irccs avianese è da decenni tra i centri più avanzati in Italia per la radioterapia. Le terapie con protoni e ioni carbonio rientrano già nelle cure coperte dal Servizio sanitario regionale.

L'utilizzo di particelle pesanti, come i protoni, per le terapie oncologiche, implica l'installazione nei luoghi di cura di acceleratori in grado di produrle. Questi dispositivi, che sono sicuri e tecnologicamente avanzati, richiedono particolari competenze finalizzate non solo al loro utilizzo ottimale a fini clinici, ma anche per consentire un'adeguata protezione per gli addetti ai lavori e per i pazienti dalle radiazioni che emettono. Gli esperti di Cnao collaboreranno con il Cro proprio nella definizione di tutti gli aspetti necessari a schermare gli ambienti che ospiteranno l'acceleratore di protoni così da garantire la massima sicurezza al personale clinico e ai pazienti che si sottopongono alle terapie.
 

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Il Gazzettino