Teorie “complottiste”, Facebook cancella il profilo dell’utente. Il giudice: «Atto illegittimo»

Un cittadino di camponogara vince la causa contro il colosso dei social
CAMPONOGARA -  Facebook gli aveva cancellato il profilo ma per il tribunale di Venezia si è trattato di una procedura illegittima: protagonista della vicenda un...

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CAMPONOGARA -  Facebook gli aveva cancellato il profilo ma per il tribunale di Venezia si è trattato di una procedura illegittima: protagonista della vicenda un cittadino di Camponogara (Venezia) che ha vinto la sua battaglia legale contro l’ammiraglia dei social network di Mark Zuckerberg. 


La vicenda risale al giugno scorso, quando l’uomo si era visto appunto bannare il proprio account in seguito a un link postato sulla sua pagina: un articolo in cui, di fatto, si sminuiva la pandemia in corso. La policy di Facebook, sul tema, sembra chiara: le teorie complottiste, qui, non sono gradite. E così, di punto in bianco la società ha fatto sparire la sua identità social, bloccando di fatto anche tutti i materiali che l’uomo aveva condiviso: post, foto e messaggi. «Le indagini condotte da Facebook Ireland (titolare legale per tutta Europa, ndr) - avevano spiegato i legali di Facebook - se confermate dimostrano come abbia pubblicato contenuti in violazione delle policy di Facebook Ireland in merito all’incitamento e alla diffusione di notizie false sul Covid-19». Inoltre l’uomo, secondo i gestori del social network, utilizzava più profili contemporaneamente: secondo l’utente, invece, gestiva tramite quell’account delle pagine di alcune aziende di amici e aveva attivato un secondo profilo solamente per continuare quella attività (svolta, a detta dell’uomo, non a livello professionale ma solo per diletto). Sicuro di essere dalla parte della ragione, aveva deciso di rivolgersi a un legale, l’avvocato Emanuele Compagno, che aveva portato il caso in tribunale. 


ILLEGITTIMO


In questi giorni la sentenza: i giudici hanno ragione al ricorrente. «La chiusura del profilo Fb è dunque illegittima - scrivono i magistrati del collegio Silvia Barison, Silvia Franzoso e Carlo Azzolini - in quanto ad un tempo non giustificata sul piano contrattuale e lesiva di interessi fondamentali come quello alla vita privata e familiare ed alla libera manifestazione del pensiero». Inoltre la corte non riterrebbe l’apertura di più profili una condizione adeguata e sufficiente al blocco. Morale: il tribunale ha condannato Facebok a riaprire il profilo dell’uomo con una penale di cento euro al giorno per ogni giorno di ritardo. «Non erano stati aperti più profili, ma solo uno a seguito della chiusura del precedente - ribadisce l’avvocato Compagno - e l’articolo pubblicato non poteva determinare la chiusura di netto del profilo, semmai una cancellazione del post o una sospensione temporanea». Una sentenza destinata ad aprire un nuovo filone giurisprudenziale in materia di social network. «Si parla spesso - continua l’avvocato - dello strapotere dei colossi del web, una sorta di monopolio che necessiterebbe interventi legislativi. Negli Usa, ma anche in Europa, si sta già discutendo molto di una limitazione all’arbitrio di queste grandi multinazionali».
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Il Gazzettino