TEOLO - Era già andato in pensione da qualche anno. Ma ha deciso di riprendere il suo posto, dietro al bancone dei salumi e dei formaggi, per evitare che un'altra...
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«Forse non ci sapevano fare ha spiegato Guido o forse non hanno capito l'ambiente. Fatto sta che dopo un anno hanno chiuso. Non ci siamo rassegnati a vedere un'altra serranda abbassata a Teolo. Così, un anno fa abbiamo deciso di rinfilarci il camice e tornare al nostro negozio. All'inizio è stata molto dura. Ma poi i vecchi clienti sono tornati tutti». Difficile dire se la scelta di Guido Marsilio basterà a dare vita ad una frazione che si sta spopolando. «Stiamo facendo la nostra parte ha commentato l'anziano esercente come altri piccoli negozi della zona. Questo esercizio ha del resto aperto i battenti con mio padre nel 1934. Mia madre ne ha continuato l'attività sino agli anni 70 quando l'ho preso in mano io. Non si fanno scelte del genere se non si è orgogliosi del proprio passato e non si ama il proprio paese».
BORGOSul perché Teolo alta censita come uno dei più bei borghi d'Italia rischia di diventare centro cartolina privo di vita sociale, Guido Marsilio, ha le idee chiare. «Lo si deve ha spiegato alle scelte di passate amministrazioni e dell'Ente Parco che hanno impedito che si costruissero o ampliassero case per i giovani. I miei due figli hanno dovuto cercare residenza altrove, un a Rubano e un altro a Montegrotto. E così hanno fatto tanti altri. Giovani coppie e bambini piccoli non ce ne sono più». C'è da chiedersi sino a quanto Guido Marsilio ce la farà a indossare i panni del Cincinnato del commercio di vicinato per amore del paese. La sua stessa missione l'hanno sposata del resto non solo i genitori degli alunni decisi a tenere in vita con ogni iniziativa possibile l'elementare Don Bosco ma anche un gruppo di famiglie intenzionate a far riaprire i battenti alla scuola materna Maria Goretti che ha chiuso un anno fa. «Mi sento stanco confida e vorrei passare la mano. Non però ad un negoziante qualsiasi. Ma ad uno che si impegni a lavorare non solo per il profitto ma per il bene del paese, senza abbandonare l'attività alle prime difficoltà. Un altra serranda chiusa sarebbe un duro colpo alla continuità di vita di Teolo».
Lucio Piva Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino