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TREVISO - Un branco, sballato e feroce. Più mani che infieriscono contro un ragazzo di 22 anni, riducendolo in fin di vita. È questa la verità che sta emergendo in queste ore, a sei giorni dall’aggressione in via Castelmenardo. Sono stati identificati tutti e dieci i componenti della gang che ha assalito F.F., trevigiano di Santa Bona, 22 anni appena. E pare ormai chiaro che a colpirlo siano stati in diversi. Nel corpo del 22enne, oltre al terribile squarcio alla gola provocato dal coccio di bottiglia, sono presenti altre ferite. Ferite inferte da ragazzini e ragazzine del branco. Che sono stati indagati per tentato omicidio e per concorso in tentato omicidio. L’inchiesta è in mano al pubblico ministero Giulio Caprarola.
CONDIZIONI CRITICHE
Per un soffio, i giovani, cinque dei quali minorenni, non dovranno rispondere di omicidio.
Subito dopo l’aggressione di giovedì, successa all’ora di cena in pieno centro a Treviso, erano state fermate due ragazze, una 17enne residente a Treviso e una 19enne di Ponte di Piave, italiane di seconda generazione, con le mani e i vestiti imbrattati di sangue. I sospetti erano subito caduti sulle due giovanissime. Ma dopo le indagini, portate avanti dalla squadra mobile, sembra che a colpire siano stati anche altri ragazzini, maschi. È questa la terribile verità che emerge in queste ore. Dai primi riscontri investigativi pare che il 22enne sia stato aggredito da una decina tra ragazzi e ragazze, sballati di droga tra pasticche, marijuana e hashish, per rapinargli il cellulare. Il 22enne avrebbe resistito e sarebbe stato raggiunto da un pugno sulla bocca. Caduto a terra si sarebbe rialzato sputando nei confronti delle due giovani, fermate a poche decine di metri da via Castelmenardo. Innescando la reazione feroce e assolutamente sproporzionata del branco. In tanti, sballati e con la percezione artefatta di quanto stava succedendo, contro uno solo.
IL PROCURATORE
«I fatti che hanno a che fare con baby gang e denunce nei confronti di giovanissimi sono aumentati di molto da quando sono arrivato a Treviso - punta il dito il procuratore Martani - E sono sempre più gravi i reati che vengono commessi». Effettivamente, non si contano più gli episodi di rapine tra giovanissimi che hanno come obiettivo non soltanto il cellulare oppure i soldi, ma anche il cappellino firmato, le felpe e i giubbotti, persino le scarpe da ginnastica ultimo modello. Gesti di sfida che non trovano certezza della pena. Molti di loro hanno precedenti. Come la 19enne fermata giovedì sera, che conta un precedente per furto in supermercato e un altro per aver fornito false generalità alle forze dell’ordine. Non era l’unica. Tutti, nel branco, hanno precedenti. Piccole cose, medaglie da appuntarsi al petto. Ma nessuna conseguenza di natura penale. Fino all’incriminazione per tentato omicidio.
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