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MONSELICE - Finta assistente sociale chiede alla parrocchia 2.600 euro: il monsignore la fa arrestare in flagranza in canonica. Tutto è iniziato quando, lo scorso 9 giugno, il telefono dei servizi sociali del Comune ha squillato trovando all'altro capo della cornetta un preoccupato don Paolo Marzellan, dallo scorso ottobre parroco del Duomo. Il nuovo monsignore - succeduto al compianto don Sandro Panizzolo - chiedeva di parlare urgentemente con l'assistente sociale dell'area minori in merito ad una strana richiesta pervenutagli pochi minuti prima via telefono. Il sacerdote, infatti, raccontava di essere stato contattato dalla stessa assistente sociale, la quale chiedeva 2.600 euro per l'inserimento di una mamma con un bambino presso una comunità alloggio del Trevigiano.
La truffa sospetta
«La cosa, per la verità, mi aveva già insospettito - sorride don Paolo - questa presunta assistente sociale sosteneva che il Comune è solito anticipare le rette mensili di chi viene inserito in comunità. La donna motivava la richiesta con l'esigenza di agire presto, cercando di anticipare i lunghi tempi di adozione delle delibere di giunta». Al telefono, la presunta dipendente comunale aveva un accento assolutamente neutro, senza alcuna inflessione regionale. Spiega il parroco: «Più che destarmi sospetto il suo parlare, mi ha allarmato la richiesta di denaro. Ho fatto un giro di telefonate, chiedendo alla Caritas se conoscesse il nome di questa assistente sociale e, in effetti, era proprio quello». Si trattava però di un tentativo di truffa con sostituzione d'identità.
Il Gazzettino