TRIESTE - Con una temperatura media annua di +2.1°C misurati presso la stazione meteorologica del monte Canin, Parco Naturale delle Prealpi Giulie, a 2203 m di quota (la...
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Il mese di dicembre appena trascorso, che in assoluto è risultato il secondo mese di dicembre più caldo nella storia climatologica delle Alpi Giulie dopo quello del 2015, non ha fatto registrare nessuna nevicata. «Le copiose nevicate di alcuni inverni degli ultimi 10-15 anni avevano portato con se una fase di relativa stabilità ai ghiacciai del Montasio e del Canin - aggiunge Colucci - l’ingente copertura nevosa a fine primavera (come nel 2009, 2010, 2013 e 2014) aveva permesso infatti di bilanciare estati sempre più lunghe e sempre più calde. In mancanza della neve, però, la prossima estate potrebbe dare un colpo durissimo a quel che resta della criosfera nostrana».
L’aria più calda che entra dagli ingressi carsici, eventi intensi di pioggia “calda” fino a tardo autunno (che fino a 30 anni fa sarebbero stati ingenti nevicate) ed estati sempre più lunghe stanno portando gradualmente alla riduzione del ghiaccio sotterraneo, custode di importanti informazioni paleoclimatiche che andranno presto irrimediabilmente perse. Proprio per questo motivo è recentemente iniziato il progetto scientifico C3 (Cave’s Cryosphere and Climate) che vede tra i capofila la Società Speleologica “Commissione Grotte E. Boegan” della SAG (CAI) ed il CNR di Trieste, oltre al Parco Naturale delle Prealpi Giulie ed istituti di ricerca
austriaci, svizzeri e tedeschi. L’obiettivo è cercare di raccogliere più informazioni possibili dal ghiaccio sotterraneo ancora presente, prima che l’inevitabile riscaldamento del pianeta faccia scomparire tutto.
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Il Gazzettino