Le cade il telefono nella griglia e trova un giovane impiccato

L'autorimessa dismessa
MESTRE - Solo per una fatalità è stato trovato il corpo senza vita di un trentenne. Era lì morto da almeno venti giorni, forse addirittura un mese. Impossibile riconoscerlo. I...

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MESTRE - Solo per una fatalità è stato trovato il corpo senza vita di un trentenne. Era lì morto da almeno venti giorni, forse addirittura un mese. Impossibile riconoscerlo. I poliziotti delle volanti sono risaliti alla sua identità attraverso il documento che il giovane aveva in tasca.




Si è così scoperto che si tratta di un veneziano, M.C., con qualche piccolo precedente e problemi di tossicodipendenza. Da tempo si era allontanato dalla famiglia e probabilmente viveva ai margini, nell’isolamento più assoluto, fino a quando ha deciso di togliersi la vita impiccandosi in un’autorimessa dismessa che si trova in viale Don Sturzo a Carpenedo. E chissà quanto altro tempo sarebbe rimasto lì abbandonato il suo corpo, senza nessuno che lo reclamasse, se mercoledì pomeriggio ad una donna non fosse caduto il cellulare in una bocca di lupo.



Erano all’incirca le 17 quando alla donna, che camminava in viale don Sturzo e stava andando nella vicina palestra, è scivolato il cellulare di mano e questo attraverso una griglia che si trova sul marciapiede è caduto sul pavimento sottostante. Vedeva il telefono sotto i suoi piedi, ma non sa come recuperarlo. Ha chiesto allora aiuto al titolare della palestra per sapere come è possibile accedere all’autorimessa.



Al titolare della palestra è venuto in mente che il gestore del bar che si trova nello stesso stabile, di fronte all’hotel Albatros, ha una chiave che consente di aprire la rampa che porta all’autorimessa. Così sono entrati e mentre stavano andando a riprendere il cellulare hanno visto un corpo ancora attaccato al cappio. Un ritrovamento casuale. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino